Al limite l’Ue può fare “una lettera sulla manovra italiana chiedendo maggiori spiegazioni, ma la sostanza non cambia“. A dirlo è il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervistato da Rtl 102.5 dopo che nei giorni scorsi si erano moltiplicate le indiscrezioni sui dubbi di Bruxelles sulla legge di Bilancio italiana, peraltro ancora in fase di scrittura così come il decreto fiscale collegato. “Non ne abbiamo parlato al Consiglio Ue”, ha detto il premier, “ma potranno fare una lettera chiedendo maggiori spiegazioni, come fanno speso e con diversi paesi, ma la sostanza non cambia. Punto”.

Ma in realtà il testo, che avrebbe dovuto essere inviato alle Camere entro il 20 ottobre, non ci è mai arrivato ed è tuttora in via di limatura, con misure soggette a continui ripensamenti alla luce da un lato delle insufficienti coperture, dall’altro delle polemiche su operazioni come il presunto condono sul contante nascosto nelle cassette di sicurezza. Mentre l’unico testo ufficiale, il Documento programmatico che è stato mandato a Bruxelles martedì, è stato modificato in corsa riducendo le spese previste per gli interventi post terremoto. Problemi a cui l’inquilino di Palazzo Chigi non ha fatto cenno, limitandosi a ribadire che “se l’Europa avrà le sue considerazioni da fare le ascolteremo con attenzione, ma ricordiamo che questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi 10 anni” e “noi gli sforzi li stiamo facendo, ma la priorità è rispondere ai cittadini non alle tecnocrazie di Bruxelles”.

“Noi non abbiamo chiesto la flessibilità, perché per un’interpretazione, secondo me sbagliata, di alcune istituzioni europee, la flessibilità viene concessa solo una volta e non per più anni aggiuntivi”, ha poi ricordato Renzi. “Ecco perché chi dice ‘vediamo se Bruxelles concederà o meno la flessibilità’ dice una cosa che tecnicamente non è esatta. Noi abbiamo semplicemente richiesto, ai sensi delle clausole eccezionali“, lo scorporo dal calcolo del deficit delle spese “da un lato per il terremoto e dall’altro sull’immigrazione. Ove vi fossero dei dubbi su queste scelte, toccherebbe all’Unione Europea cosa non convince, cosa è discutibile, cosa che viene fatta praticamente tutti gli anni, in termini di scambi di lettere”. “Ma la sostanza – continua – è che le misure della legge di stabilità non cambiano. Punto. Non cambiano le misure per i farmaci oncologici, una priorità assoluta, per i vaccini, per superare il modello vampiresco di Equitalia, per investire sulla competitività e altro. Non cambia la sostanza della legge di bilancio”.

Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, fa però notare che “il termine per la trasmissione al Parlamento è già scaduto da un giorno e del testo neanche l’ombra”. Stesso discorso per “il famoso ‘Decreto Fiscale’ tanto sbandierato da Renzi. Dov’è? Semplicemente scandaloso. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha nulla da dire?”. Brunetta ha anche spiegato che il governo “ieri ha ripresentato alle Camere il Documento Programmatico di Bilancio già inviato lo scorso 18 ottobre”, che appunto è stato modificato in corsa inviando a Bruxelles il testo corretto.

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