Nel Comune di Sant’Egidio a Vibrata il vecchio plesso della direzione scolastica è stato danneggiato dal terremoto. E i genitori di alcuni bambini hanno chiesto all'amministrazione se fossero state eseguite le valutazioni antisismiche. La risposta? “Le strutture sono sicure”. Ma la Regione dice il contrario. Perché quelle verifiche non sono mai state fatte
A Sant’Egidio a Vibrata, in provincia di Teramo, la giunta comunale ha messo in sicurezza il palazzo di città per non far correre rischi a chi lo frequenta. Nel frattempo, però, le scuole, dopo anni di proroghe dei termini, sono rimaste senza i certificati che ne attestino la stabilità in caso di terremoto. Quello che il 24 agosto ha distrutto Amatrice, a Sant’Egidio ha causato crolli e danneggiamenti in alcuni edifici pubblici, tra cui il vecchio plesso della direzione scolastica. Così, già prima dell’inizio delle lezioni, i genitori di alcuni bambini hanno chiesto al Comune se fossero state eseguite le valutazioni antisismiche. La risposta? “Le strutture sono sicure”.
Alla Regione Abruzzo, però, le schede di vulnerabilità delle scuole di Sant’Egidio non sono mai arrivate. Dopo settimane di polemiche, il sindaco Rando Angelini, eletto con una lista civica di centrodestra, ha annunciato con una delibera del 5 ottobre che per 8 edifici (su un totale di 14) verrà eseguita una “valutazione speditiva della vulnerabilità sismica”. Ai genitori non basta: “È la conferma del fatto che finora non si è rispettata la legge” spiegano a ilfattoquotidiano.it l’avvocato Orlando Coco, rappresentante di classe (e papà di una bambina che frequenta la terza elementare proprio nell’istituto rimasto danneggiato in seguito al sisma) e Rossella Gabrielli del Comitato cittadino per la sicurezza delle scuole. “La valutazione per gli edifici scolastici è sempre obbligatoria, ma qui non è stata fatta – sottolineano – mentre è stata eseguita per il Palazzo del Municipio, solo perché risulta sede del Coc (Centro operativo comunale), altrimenti non sarebbe stata neppure richiesta per legge”. La nuova delibera? “Insufficiente e limitata”.
GLI APPELLI DOPO IL SISMA – Dopo i crolli causati dal sisma in piena estate, a settembre i bambini del plesso vecchio Levi sono stati trasferiti in altri edifici. L’avvocato Coco aveva già chiesto quali fossero le condizioni di antisismicità della scuola della figlia prima in una lettera del 30 agosto e, insieme ad altri rappresentanti di classe, lo ha rifatto il 9 e il 15 settembre, rivolgendosi anche alla polizia municipale, sollecitando indagini anche sugli edifici dove sono tuttora in corso le lezioni. Nel frattempo, il Comitato cittadino per la sicurezza delle scuole ha raccolto oltre 300 firme.
PER IL SINDACO “SCUOLE SICURE”, PER LA REGIONE NO – In un incontro avvenuto il 16 settembre e organizzato dalla direzione didattica, il sindaco ha assicurato che le scuole di Sant’Egidio sono sicure. “Eppure – spiega l’avvocato Coco – gli edifici scolastici sono carenti anche dell’agibilità antincendio e non risultano esiti di valutazione di sicurezza eseguite secondo la normativa tecnica vigente”. Lo dice nero su bianco la Regione Abruzzo. Che, invece, alla richiesta di informazioni del rappresentante dei genitori sui valori degli indicatori di rischio di tutti gli edifici scolastici risponde eccome: “Non risultano essere pervenute le schede di vulnerabilità sismica delle scuole di Sant’Egidio”. Qualche documento è stato trovato: “Sono delle relazioni” scrive la Regione, che specifica: “La valutazione del rischio indicata è risalente al 2004 e non è sostitutiva della valutazione della sicurezza prevista dalle NTC (Norme tecniche per le costruzioni) del 2008, obbligatoria ai sensi dell’ordinanza del presidente del consiglio dei ministri 3274 del 2003”.
I TERMINI SCADUTI – Nel 2008 si è dato anche un termine entro il quale eseguire questa valutazione: dopo diverse proroghe si è arrivati alla data del 30 marzo 2013. “Da quel momento era obbligatorio – spiega Coco – fare quelle valutazioni per gli edifici scolastici, perché considerati dalla legge ‘rilevanti’ per le conseguenze di un loro eventuale collasso”. Ad oggi tutto è fermo. “Non è ancora chiaro – aggiunge Coco – a quali rischi siano esposti i nostri figli, tra l’altro trasferiti dal plesso inagibile in altri edifici scolastici, vecchi e alcuni dei quali finora chiusi e in disuso”.
LE VERIFICHE PER IL MUNICIPIO – Diverso il discorso per quanto riguarda il Municipio. Quello del 30 marzo 2013, infatti, era il termine ultimo non solo per le verifiche degli edifici ‘rilevanti’ (come le scuole), ma anche per quelli ‘strategici’ in caso di calamità. E il Municipio di Sant’Egidio lo è in quanto sede del Coc dal 2008. Dopo cinque anni, a maggio 2013, è stato approvato il progetto preliminare dei lavori di messa in sicurezza dal rischio sismico del Comune. Per un importo di 978mila euro. Progetto presentato, stando a quanto dice la Regione, senza aver rilevato un indice di rischio sismico. I lavori non sono stati eseguiti e solo nell’aprile 2016 si è proceduto con le verifiche. Quattro mesi prima del sisma, in seguito al quale anche il palazzo del Municipio ha subìto danneggiamenti e la sede del Comune è stata trasferita in altri edifici di recente costruzione.
LA NUOVA DETERMINA – Con la determina 81, il 5 ottobre scorso il Comune affida la ‘valutazione speditiva della vulnerabilità sismica’ su 8 istituti. Ma allora le verifiche sulle scuole si faranno? “Quanto previsto dall’amministrazione – spiega Coco – come ha già ribadito la Regione Abruzzo, non è sostitutivo della valutazione della sicurezza. Pertanto, le scuole non sono state e continuano a non essere valutate a norma di legge statale e regionale”. Per i genitori la determina “dimostra che le richieste dei cittadini erano fondate, al contrario di quanto dichiarato dal sindaco”. Che si difende: “Abbiamo rassicurato la cittadinanza, con i dati di due studi del 2002 e del 2004 sulla vulnerabilità degli edifici”.
Quelli che la Regione ha definito “non sostitutivi” rispetto alle verifiche richieste dalla legge. “Non abbiamo preferito il Municipio alle scuole – continua il sindaco – semplicemente abbiamo voluto cogliere l’opportunità di un finanziamento dalla Regione, ma ora stiamo partecipando a un altro bando e faremo lo stesso anche per le scuole”. E la valutazione speditiva? “È una verifica di natura diversa, molto approfondita. La riteniamo propedeutica rispetto a quelle richieste dalla normativa, che ci impegniamo a fare”.