“Sono sei anni che lavoro sul sostegno, con esperienze sempre meravigliose quanto difficili, ma non ho mai visto una situazione grave come quest’anno”. Ferdinanda Martin è amareggiata. Chiede solo “di lavorare al fianco di ragazzi e ragazze disabili”. Una laurea quinquennale in Psicopedagogia con specializzazione sui disturbi gravi dell’apprendimento e della personalità non basta, però: “Speravo che con la riforma le cose migliorassero, invece sono peggiorate, è un incubo. Siamo a oltre un mese dall’avvio delle lezioni e nella nostra provincia le assegnazioni sono state appena fatte, e peraltro sono insufficienti”. A lei non è andata benissimo, pur avendo un’ottima posizione in graduatoria: ha ricevuto soltanto una convocazione per fare 6 ore a settimana e per un periodo limitato all’assenza di una collega a riposo per l’allattamento del figlio. “Mi resta solo l’indignazione per quanto stiamo vivendo. Ma penso anche a chi sta peggio di me, senza lavoro, abbandonato dallo Stato”.
(Scorri le pagine successive per leggere le storie dei docenti)