Hillary Clinton ha un’arma in più nella corsa alla Casa Bianca. Anche i Democratici ora hanno il loro Sheldon Adelson, il miliardario di Las Vegas, super finanziatore dei Repubblicani. Il “grande” sostenitore economico, secondo quanto scrive Politico, è Dustin Moskovitz, co-fondatore di Facebook, il quale ha donato alla campagna politica della Clinton 35 milioni di dollari.
L’obiettivo del co-fondatore del social network, che ne detiene una quota del 6%, è quello di rendere più difficile un eventuale successo di Donald Trump. A differenza del magnate dei casinò Adelson, che la scorsa primavera aveva promesso di donare 100 milioni di dollari al candidato repubblicano, Moskovitz, 32 anni, è considerato un visionario della Silicon Valley con una fortuna stimata di quasi 13 miliardi di dollari e che finora aveva deciso di stare lontano dalla scena politica e di dedicarsi alla filantropia.
Secondo quanto scrive Politico, i 35 milioni, donati in due tranche da 20 e 15 milioni di dollari, vanno ben oltre le altre donazioni effettuate da altri guru della zona attorno a San Francisco, tra le più ricche degli Stati Uniti, dove risiedono alcune tra le sedi di molte delle principali aziende statunitensi. “Dustin (Moskovitz, ndr) – ha commentato Steve Spinner, imprenditore e fundraiser per i Democratici – si sta comportando al modo della Silicon Valley, osa, punta in alto e fa la differenza nel mondo”.
Si tratta di una cifra comunque lontanissima rispetto a quella pagata dalla famiglia Koch, ricchissima stirpe di ultraconservatori, che nel 2015 aveva sostenuto il Grand Old Party con 900 milioni di dollari, ma che ora non si schiera apertamente a fianco di Trump, considerato troppo distante dalla linea politica tradizionale dei repubblicani.
“Trump non ha speranze, Clinton è in testa negli Stati decisivi” – A due settimane dalle elezioni, le chance di Trump di diventare il prossimo inquilino della Casa Bianca sono “quasi interamente” scomparse. Lo scrive Politico facendo il punto sulla campagna presidenziale che a questo punto vede Hillary Clinton saldamente in testa in una serie di stati che le varrebbero 270 voti elettorali, il “numero magico” sufficiente per assicurarsi la vittoria. “Trump è finito”, dice il consulente repubblicano Jim Dornan, che aiutò il magnate nelle fasi preparatorie della sua campagna lo scorso anno.
“Escludendo qualcosa di veramente inatteso, ad esempio Hillary coinvolta in un omicidio, non vedo come possa farcela”, afferma Dornan. “La corsa è finita” anche per Steve Deace, noto speaker radiofonico conservatore dell’Iowa, che durante le primarie diede il suo sostegno a Ted Cruz. “Non c’è niente che Trump possa fare. Ha aiutato i democratici a convincere la gente che è un pazzo e tra un pazzo e un politico corrotto, sceglieranno sempre un corrotto” ha detto Deace.