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Verginità in vendita: così la giovane Katherine, dipendente di un bordello, salva la sua famiglia. E non solo

“Ho letto un articolo su di me che mi ha fatto piangere – racconta alla CNN – una signora con una forte fede cristiana mi ha detto di essere una ragazza che non rispetta se stessa. Ecco, questo mi ferisce molto, perché non è vero. I soldi sono sì importanti per aiutare la mia famiglia, ma non lo faccio solo per questo"

di Davide Turrini

La mia verginità per 400mila dollari. L’appello della ventenne Katherine Stone in nemmeno 24 ore sta facendo il giro del mondo. La giovane, professione dipendente in un bordello del Nevada ma senza avere rapporti sessuali con i clienti, ha messo all’asta al miglior offerente la propria illibatezza e, a quanto pare, le offerte non mancano. La storia di Katherine, ragazzona decisa e ben intenzionata, è tipicamente “americana”. Perché la “sofferta” decisione, quel “l’ho fatto per amore”, ha un significato modello tranche de vie da cinema hollywoodiano. Nel 2014, a Seattle, Washington, la casa dove abitavano Katherine e i suoi familiari viene distrutta accidentalmente da un incendio. L’assicurazione, però, non paga i danni ed ecco che tutta la famiglia si ritrova a dover vivere sotto un tetto che cade a pezzi. Poi un bel giorno la ragazza nota su Facebook un annuncio dove scopre, a sua detta, “tutto sui bordelli e il giro di denaro che gli ruota attorno”. “Ci ho pensato su per un po’”, ha spiegato la Stone in un’intervista alla CNN. “Poi ad un certo punto ho detto ‘Wow’. Là c’è tutto quello di cui ho bisogno per risolvere il mio problema”.

Se la prostituzione è praticata in tutti gli Stati Uniti, il Nevada è l’unico stato dove risulta un’attività legale, tanto che in qualsiasi contea dello stato con una popolazione al di sotto di 400.000 può essere ospitato un bordello. Ad oggi si registrano 19 bordelli con centinaia e centinaia di professioniste pronte ad accogliere i propri clienti. Dennis Hof, magnate del settore, proprietario di sette dei bordelli legali del Nevada, è colui che ha raccolto la richiesta di lavoro di Katherine nel 2015. Mansione che si limita a massaggini per i clienti, qualche ora passata con loro a chiacchierare, e niente più, se non per la riffa sulla verginitià della sua dipendente su cui, per contratto, si prenderà il 50% del ricavato dell’offerta finale. “La gente pensa che non lo faccia per amore”, ha spiegato la Stone riferendosi ai risolini di tanti amici e conoscenti riguardo gli ideali che supportano la sua perdita di verginità a pagamento. “E’ invece un mio diritto fare quello che voglio del mio corpo, soprattutto in questi tempi non facili a livello economico”.

Katherine lavora al Bunny Ranch di Carson City da circa un anno e, a quanto pare, non pensa di rinunciare in assoluto a questo lavoro all’interno del bordello per almeno altri cinque anni. Nel frattempo, spiega, inizierà a studiare legge per poi diventare avvocato. “Ho letto un articolo su di me che mi ha fatto piangere – racconta alla CNN – una signora con una forte fede cristiana mi ha detto di essere una ragazza che non rispetta se stessa. Ecco, questo mi ferisce molto, perché non è vero. I soldi sono sì importanti per aiutare la mia famiglia, ma non lo faccio solo per questo. L’appello per farmi pagare nel perdere la verginità è fatto anche perché voglio trovare un uomo con cui ci sia una connessione profonda, in modo che l’esperienza risulti speciale per entrambi”. Mister Hof, accusato da molti di sfruttare le disgrazie della pover Katherine, ha risposto ai giornali locali: “E’ una sua scelta. Penso sia una grande, perché credo sia molto peggio perdere la verginità sul pavimento del bagno di un locale dopo aver bevuto sei tequila”. “E poi comunque io rimango in senso stretto un ‘magnaccia’ – ha concluso – sono una persona che porta clienti alle ragazze, con la differenza che ho una licenza per farlo”.

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