Secondo una ricerca, il 60% dei genitori-automobilisti italiani non fa uso di questo sistema di ritenuta per la sicurezza dei più piccoli. Lo scenario peggiore è al sud, dove sono solo due su dieci
Girando per le strade e dando un’occhiata all’interno delle vetture in circolazione, il sospetto era già venuto. Ma ora, stando ai dati (fonte Sistema Ulisse, ISS-MIT) emersi dal convegno “Vai sul Sicuro” organzzato dal portale Cercaseggiolini, siamo oltre la semplice supposizione: il 60% dei genitori-automobilisti italiani non fa uso del seggiolino per tutelare i più piccoli quando si viaggia in auto.
Un comportamento scriteriato, che sebbene diffuso su tutto il territorio nazionale, ha il suo picco al Sud, dove solo due genitori su dieci usano questo sistema di ritenuta per assicurare i propri piccoli. Molto meglio ma ancora non abbastanza al Nord, dove la percentuale sale a sei su dieci, e in linea con la media nazionale al Centro, dove appunto sono solo 4 su 10 gli adulti “coscienziosi”.
Nondimeno le abitudini dei nostri connazionali restano alquanto discutibili, specie analizzandone le motivazioni. Di quell’85% che compra un seggiolino nuovo, un terzo (al Sud sono la metà) dichiara di non allacciare il bambino in caso di tragitti brevi, in zone poco trafficate e se i bimbi sono già “grandicelli”, ovvero di età compresa tra i 4 ed i 7 anni.
I motivi? Tre su quattro si comportano così perché il pericolo è moderato, il 28% perché i piccoli fanno i capricci e il 25% perché tiene una velocità bassa, ma anche perché (14%) il bambino è in braccio ad un altro passeggero.
A questo punto giova ricordare che i dati Istat dell’anno scorso indicano che dei 40 bimbi morti lo scorso anno in incidenti stradali, il 17% aveva un’età compresa tra 0 e 4 anni, e soprattutto che la maggior parte dei sinistri è avvenuta su strade urbane. Che, nonostante la velocità sia più contenuta, non sono affatto più sicure delle altre.