Poco più di 94mila aziende controllate, oltre 57mila illeciti riscontrati. E non solo per il lavoro in nero, in aumento rispetto al 2015. Il 61% degli accertamenti ispettivi effettuati dal ministero del Lavoro nel corso dei primi 9 mesi del 2016 ha fatto emergere irregolarità di varia natura: dalle esternalizzazioni irregolari alla mancata tutela dei diritti delle impiegate donne, dalle violazioni dell’orario di lavoro all’impiego illegale di extracomunitari clandestini. È quanto emerge, in estrema sintesi, dai dati resi noti dal ministero guidato da Giuliano Poletti. Dati che evidenziano come gli illeciti riscontrati al 22 settembre 2016 siano maggiori dell’1,5% rispetto a quelli trovati nei primi tre trimestri dell’anno precedente.
Il dicastero sottolinea come l’aumento sia dovuto a controlli sempre più specifici, effettuati cioè soprattutto su attività già sospette. “L’alto tasso di irregolarità riscontrato tra le aziende ispezionate – sono le parole del ministero – conferma il continuo miglioramento della delicata fase di pianificazione dell’azione ispettiva, orientata in senso ‘qualitativo’ in quanto mirata ad obiettivi preventivamente e accuratamente selezionati e caratterizzati da fenomeni patologici particolarmente rilevanti ai fini ispettivi”.
Cresce, in particolare, il numero dei lavoratori in nero: ne sono stati riscontrati l’8% in più di quelli scoperti nello stesso periodo del 2015. Allo stesso modo crescono – del 4% – i casi di lavoro subordinato illecito, frutto cioè di riqualificazione di rapporti di lavoro fittizi. Un consistente aumento riguarda le violazioni connesse all’orario di lavoro, maggiori di circa il 45% in confronto a quelle dei primi 9 mesi dell’anno scorso, e ancor più notevole (+86%) l’incremento delle esternalizzazioni irregolari dei processi produttivi: fenomeno che da gennaio a settembre 2016 ha riguardato 8.962 persone. Altro incremento sensibile è quello delle irregolarità, di natura penale, relative all’impiego di 1.124 lavoratori extracomunitari clandestini, a fronte dei 1.081 casi rilevati nei primi tre trimestre dell’anno 2015.
Tra gli illeciti evidenziati dal rapporto del ministero figurano anche quelli – in leggero calo rispetto al 2015 – connessi all’impiego di personale non dichiarato in misura pari o superiore al 20% di quello presente al momento della visita ispettiva. Sono stati riscontrati, poi, 598 casi di violata tutela delle lavoratrici madri e di pari opportunità, a fronte dei 789 trovati nei primi 3 trimestri dell’anno passato. Sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione, infine, il dato sugli illeciti (poco meno di 20mila) di natura prevenzionistica connessi a salute e sicurezza sul lavoro.