Prima è dubbioso: "Dovevo essere fuori Roma, vediamo". Poi l'esponente della minoranza dem, tra i più critici sulla riforma costituzionale messa a punto dal governo Renzi, cambia idea sulla propria partecipazione alla manifestazione di sabato in favore del Sì in piazza del Popolo: "Ci sarò, sono un funzionario di partito". Quindi pone una condizione: "Andrò a patto che la piazza non sancisca la divisione"
Prima un “forse”, poi un sì convinto, quindi pone una condizione: “A patto che non divida il partito”. Gianni Cuperlo sale sulla giostra per rispondere alla domanda sulla sua partecipazione alla manifestazione organizzata dal Partito Democratico a Roma per sabato. “Vediamo, dovevo essere fuori Roma ma vediamo”, ha risposto Gianni Cuperlo attorno alle 14.30 ai cronisti che in Transatlantico gli domandavano se sabato sarà in Piazza del Popolo con le insegne del Pd “per promuovere – si legge sul sito internet dei dem – il Sì ad un’Italia più forte, a un’Europa più giusta”.
Passa poco più di un’ora e mezza e l’esponente della minoranza dem, tra i più critici nei confronti della riforma costituzionale messa a punto dal governo Renzi, cambia idea: “Sono un funzionario di partito, vado dove il partito chiama“, spiega il deputato alle 16.30 confermando che sabato parteciperà alla manifestazione. Una scelta in controtendenza con il resto della minoranza che ad ora non sarebbe orientata ad andare. Quanto alla commissione per la legge elettorale, spiega: “Prima di sabato ci vedremo sicuramente, è Guerini che ci convoca”.
Alle 18.51 la posizione di Cuperlo si fa più articolata: “Sto chiedendo con altri un atto politico serio che si faccia carico delle richieste avanzate dalle minoranze, e non solo, per una nuova legge elettorale. Le motivazioni sono stranote. Se il Pd, con la volontà del suo segretario, trova le ragioni dell’unità, io alla manifestazione di sabato parteciperò come ho sempre fatto. Se quella piazza sarà il luogo dove sancire una divisione, non sarò lì. Ricamare su altro davvero non ha senso”.