Chissà se per Giulia Venezia d’Anna la scelta della tesi è stata condizionata da un percorso di vita tortuoso. Forse non come quello del personaggio di Charles Dickens, ma anche la vita di questa caparbia signora ha un che di romanzesco.
“Oliver Twist: un’analisi sociologica”. Chissà se per Giulia Venezia d’Anna, 79enne laurenda di Napoli, la scelta della tesi è stata condizionata da un percorso di vita tortuoso. Forse non come quello del personaggio di Charles Dickens ma anche la vita di questa caparbia signora ha un che di romanzesco.
A 14 anni, dopo la terza media, fu costretta a cominciare a lavorare, anche per consentire ai fratelli di studiare. Ma non per questo Giulia ha perso la speranza di diventare dottoressa. Prima di cinque figli, curiosa e tenace, giovedì realizzerà il suo sogno: discutere la sua tesi in Sociologia. “Sono nata nel 1937 e – dice la laureanda – oggi sono qui perché non mi permisero di studiare. A 14 anni, dopo la terza media, mio padre mi trovò lavoro all’Hotel Royal”. Da allora non ha mai smesso di lavorare. E di guadagnare, anche per permettere ai suoi fratelli di conseguire un titolo di studio.
Grazie alla sua forza d’animo riuscì a convincere il ministro della Pubblica istruzione Riccardo Misasi a istituire il corso serale di diploma magistrale. Che ottenne, negli anni ’80, all’età di 50 anni. Giovedì, alle 9,30, nell’Academy Astra dell’Università napoletana Federico II, concluderà il percorso di studi con la discussione della tesi di cui è relatore Gianfranco Pecchinenda, docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e, soprattutto, figura chiave del percorso di studi di Giulia. Chi la conosce sa che non è finita qui: “Non si fermerà: sicuramente vorrà puntare anche alla specialistica”.