Ora c’è una condanna a confermare quello che per anni hanno sostenuto gli abitanti della zona: le tonnellate di carbone stoccate a cielo aperto nella centrale Enel di Brindisi si disperdevano sui raccolti di decine di contadini e sulle loro case. Uva, carciofi, angurie insudiciate a tal punto da diventare invendibili. E anche quando non c’era il nero sui frutti e sulle foglie, si sono lamentati a lungo gli agricoltori, bastava dire ‘Cerano’, contrada a sud del capoluogo pugliese, perché quei raccolti non venissero considerati appetibili nei mercati. Tanto da chiamare in causa il colosso dell’energia, che per anni non ha posto rimedio.
Nove mesi a due dirigenti – Ci ha pensato il tribunale, dopo una lunga battaglia in aula iniziata nel 2012 al termine di due anni di indagine condotta dal pm della procura brindisina Giuseppe De Nozza. I contadini, ha stabilito il giudice monocratico Francesco Cacucci, avevano ragione: ha così condannato a 9 mesi i manager Calogero Sanfilippo e Antonino Ascione, che ora con Enel Produzione, in veste di responsabile civile, dovranno risarcire 59 contadini danneggiati. È intervenuta la prescrizione invece per altri due dirigenti, Sandro Valery e Luciano Mirko Pistillo, mentre altri 9 dipendenti Enel sono stati assolti per non aver commesso il fatto, così come due imprenditori locali che si occupavano della movimentazione del carbone.
Anni di imbrattamento senza porre rimedio (a volte pagando) – Sanfilippo, responsabile ancora oggi della produzione termoelettrica con l’impiego di carbone, e Ascione, responsabile dell’Unità di Business di Brindisi dal 2007, per i giudici sono quindi stati coscienti del danno che il pulviscolo di carbone provocava: si disperdeva durante il ‘viaggio’ dalle navi alla Federico II – al centro anche di diversi studi per i suoi impatti sulla salute – mentre scorreva sul nastrotrasportatore lungo 12 chilometri che corre in mezzo ai campi a sud di Brindisi. E anche quando era ormai stoccato nel carbonile a cielo aperto della centrale, capace di contenere fino a 750mila tonnellate di combustibile nei suoi 125mila metri quadrati. Per anni i contadini che ora dovranno essere risarciti avevano bussato alle porte della centrale. A volte ottenevano udienza, altre volte Enel ci ha dialogato finendo per trovare la soluzione nel pagare il raccolto o direttamente nell’acquisto dei terreni. Altre volte ha sbattuto la porta in faccia.
Quando i manager dissero: “Mandiamolo a fanculo” – Illuminante uno scambio di mail che i due manager condannati si scambiarono nel 2008. Teodoro Cosenti, uno degli agricoltori che ora dovrà essere risarcito, si presentò in centrale lamentandosi per un raccolto imbrattato dal carbone. “Io lo manderei a fare in culo dal nostro avvocato”, scrive Sanfilippo ad Ascione. “Lo abbiamo risarcito altre due volte”, risponde il responsabile della centrale. “Ma adesso lo manderei a fare in culo…”, insiste Sanfilippo che alcuni giorni riceve un’altra mail da Ascione. “La famiglia Cosenti è stata risarcita nel 2000 e nel 2005. In altre tre occasioni ha presentato richiesta senza essere risarcito – spiega il responsabile – Condivido di mandarlo a fare in c…., anche se alla fine occorre risolvere il problema”. Come? “Una soluzione potrebbe essere quella di acquistare o di iniziare a mostrare interessamento all’acquisto del terreno”. La risposta di Sanfilippo è un concentrato di umana comprensione: “Sono d’accordo nel sentirlo ma, essendo un rompicoglioni tipo Spedicato (un altro agricoltore, nda), bisogna evitare che diventi una piattola. Ciao”.
Enel dovrà risarcire 59 agricoltori, non Comune e Provincia – Oggi la ‘piattola rompicoglioni‘ ha ottenuto giustizia. Secondo il tribunale aveva ragione lui e dovrà essere risarcito assieme ad altri 58 contadini in sede civile da Sanfilippo, Ascione ed Enel Produzione. Quelle nubi di carbone che le immagini della Digos di Brindisi e diverse perizie hanno documentato volasse dal carbonile e dal nastrotrasportatore poteva essere contenuta e così sarebbero stati salvaguardarti i raccolti e il loro valore, ovvero il sostentamento dei contadini. Secondo la Procura vennero omessi “accorgimenti tecnici idonei a scongiurare la ripetuta diffusione oltre il recinto aziendale o comunque a contenere tale diffusione al di sotto della soglia della normale tollerabilità”. Entro novanta giorni le motivazioni del tribunale, che ha stabilito inoltre che ad essere danneggiati furono solo i contadini. Sono infatti state rigettate le domande di risarcimento dei danni proposte dal Comune e dalla Provincia di Brindisi, che avevano chiesto rispettivamente 30 e 500 milioni di euro di danni, e da alcuni enti e associazioni ambientaliste. Il ministero dell’Ambiente e la Regione Puglia? Assenti.
La replica dell’Enel – In serata è arrivata la reazione di Enel alla sentenza: “Il Tribunale di Brindisi non ha valorizzato la puntuale ricostruzione dei fatti operata nel dibattimento”, nel corso del quale, secondo l’azienda, “sono invece emerse contraddizioni ed incertezze sulle prove prodotte dall’accusa”. Ricordando di aver investito “oltre 700 milioni di euro negli ultimi anni” nella centrale brindisina, Enel Produzione sottolinea “come il tribunale abbia in ogni caso respinto le richieste di risarcimento di oltre 1,4 miliardi di euro avanzate dalle altri parti civili” e confida che “le difese dei due dirigenti ottengano una diversa valutazione in appello, coerente con le risultanze istruttorie“.
Ambiente & Veleni
Brindisi, Enel condannata a risarcire 59 contadini: polvere di carbone sui loro raccolti. Nove mesi a due manager
A Cerano uva, carciofi, angurie insudiciate a tal punto da diventare invendibili. Dopo una lunga battaglia legale, il tribunale ha condannato due manager dell'azienda elettrica, altri due prescritti. Chi protestava veniva definito un "rompicoglioni"
Ora c’è una condanna a confermare quello che per anni hanno sostenuto gli abitanti della zona: le tonnellate di carbone stoccate a cielo aperto nella centrale Enel di Brindisi si disperdevano sui raccolti di decine di contadini e sulle loro case. Uva, carciofi, angurie insudiciate a tal punto da diventare invendibili. E anche quando non c’era il nero sui frutti e sulle foglie, si sono lamentati a lungo gli agricoltori, bastava dire ‘Cerano’, contrada a sud del capoluogo pugliese, perché quei raccolti non venissero considerati appetibili nei mercati. Tanto da chiamare in causa il colosso dell’energia, che per anni non ha posto rimedio.
Nove mesi a due dirigenti – Ci ha pensato il tribunale, dopo una lunga battaglia in aula iniziata nel 2012 al termine di due anni di indagine condotta dal pm della procura brindisina Giuseppe De Nozza. I contadini, ha stabilito il giudice monocratico Francesco Cacucci, avevano ragione: ha così condannato a 9 mesi i manager Calogero Sanfilippo e Antonino Ascione, che ora con Enel Produzione, in veste di responsabile civile, dovranno risarcire 59 contadini danneggiati. È intervenuta la prescrizione invece per altri due dirigenti, Sandro Valery e Luciano Mirko Pistillo, mentre altri 9 dipendenti Enel sono stati assolti per non aver commesso il fatto, così come due imprenditori locali che si occupavano della movimentazione del carbone.
Anni di imbrattamento senza porre rimedio (a volte pagando) – Sanfilippo, responsabile ancora oggi della produzione termoelettrica con l’impiego di carbone, e Ascione, responsabile dell’Unità di Business di Brindisi dal 2007, per i giudici sono quindi stati coscienti del danno che il pulviscolo di carbone provocava: si disperdeva durante il ‘viaggio’ dalle navi alla Federico II – al centro anche di diversi studi per i suoi impatti sulla salute – mentre scorreva sul nastrotrasportatore lungo 12 chilometri che corre in mezzo ai campi a sud di Brindisi. E anche quando era ormai stoccato nel carbonile a cielo aperto della centrale, capace di contenere fino a 750mila tonnellate di combustibile nei suoi 125mila metri quadrati. Per anni i contadini che ora dovranno essere risarciti avevano bussato alle porte della centrale. A volte ottenevano udienza, altre volte Enel ci ha dialogato finendo per trovare la soluzione nel pagare il raccolto o direttamente nell’acquisto dei terreni. Altre volte ha sbattuto la porta in faccia.
Quando i manager dissero: “Mandiamolo a fanculo” – Illuminante uno scambio di mail che i due manager condannati si scambiarono nel 2008. Teodoro Cosenti, uno degli agricoltori che ora dovrà essere risarcito, si presentò in centrale lamentandosi per un raccolto imbrattato dal carbone. “Io lo manderei a fare in culo dal nostro avvocato”, scrive Sanfilippo ad Ascione. “Lo abbiamo risarcito altre due volte”, risponde il responsabile della centrale. “Ma adesso lo manderei a fare in culo…”, insiste Sanfilippo che alcuni giorni riceve un’altra mail da Ascione. “La famiglia Cosenti è stata risarcita nel 2000 e nel 2005. In altre tre occasioni ha presentato richiesta senza essere risarcito – spiega il responsabile – Condivido di mandarlo a fare in c…., anche se alla fine occorre risolvere il problema”. Come? “Una soluzione potrebbe essere quella di acquistare o di iniziare a mostrare interessamento all’acquisto del terreno”. La risposta di Sanfilippo è un concentrato di umana comprensione: “Sono d’accordo nel sentirlo ma, essendo un rompicoglioni tipo Spedicato (un altro agricoltore, nda), bisogna evitare che diventi una piattola. Ciao”.
Enel dovrà risarcire 59 agricoltori, non Comune e Provincia – Oggi la ‘piattola rompicoglioni‘ ha ottenuto giustizia. Secondo il tribunale aveva ragione lui e dovrà essere risarcito assieme ad altri 58 contadini in sede civile da Sanfilippo, Ascione ed Enel Produzione. Quelle nubi di carbone che le immagini della Digos di Brindisi e diverse perizie hanno documentato volasse dal carbonile e dal nastrotrasportatore poteva essere contenuta e così sarebbero stati salvaguardarti i raccolti e il loro valore, ovvero il sostentamento dei contadini. Secondo la Procura vennero omessi “accorgimenti tecnici idonei a scongiurare la ripetuta diffusione oltre il recinto aziendale o comunque a contenere tale diffusione al di sotto della soglia della normale tollerabilità”. Entro novanta giorni le motivazioni del tribunale, che ha stabilito inoltre che ad essere danneggiati furono solo i contadini. Sono infatti state rigettate le domande di risarcimento dei danni proposte dal Comune e dalla Provincia di Brindisi, che avevano chiesto rispettivamente 30 e 500 milioni di euro di danni, e da alcuni enti e associazioni ambientaliste. Il ministero dell’Ambiente e la Regione Puglia? Assenti.
La replica dell’Enel – In serata è arrivata la reazione di Enel alla sentenza: “Il Tribunale di Brindisi non ha valorizzato la puntuale ricostruzione dei fatti operata nel dibattimento”, nel corso del quale, secondo l’azienda, “sono invece emerse contraddizioni ed incertezze sulle prove prodotte dall’accusa”. Ricordando di aver investito “oltre 700 milioni di euro negli ultimi anni” nella centrale brindisina, Enel Produzione sottolinea “come il tribunale abbia in ogni caso respinto le richieste di risarcimento di oltre 1,4 miliardi di euro avanzate dalle altri parti civili” e confida che “le difese dei due dirigenti ottengano una diversa valutazione in appello, coerente con le risultanze istruttorie“.
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“AfD? Non è cambiata la Germania, è deragliato il dibattito”. Parla il fondatore della ong Sos Humanity
Beirut, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - I media statali libanesi hanno riferito di attacchi israeliani in Libano, a circa 10 chilometri dal confine meridionale, mentre i fedeli si riunivano a Beirut per il grande funerale del leader di Hezbollah assassinato, Hassan Nasrallah. "Aerei nemici hanno lanciato due raid contro la zona tra Qleileh e Sammaaiyah, nel distretto di Tiro", ha affermato l'agenzia di stampa nazionale ufficiale.
Tel Aviv, 23 feb. (Adnkronos) - Le Idf confermano di aver effettuato attacchi aerei nel Libano meridionale. Uno degli obiettivi era un sito militare di Hezbollah contenente lanciarazzi e altre armi, dove l'esercito afferma di aver individuato attività da parte del gruppo terroristico.
Secondo l'esercito, l'attività di Hezbollah nel sito costituisce una "violazione degli accordi tra Israele e Libano". Inoltre, le Idf affermano di aver colpito diversi altri lanciarazzi di Hezbollah nel Libano meridionale, "che rappresentavano una minaccia per i civili israeliani".
Berlino, 23 feb. (Adnkronos) - Urne aperte in tutte la Germania per le politiche. Quasi 60 milioni di persone voteranno oggi fino alle 18 per scegliere un governo che dovrà fare i conti con il crollo dell'alleanza transatlantica sotto Donald Trump e con le nuove minacce alla sicurezza europea, proprio mentre il modello economico del Paese sta entrando in crisi. Secondo gli ultimi sondaggi, sarà il capo dell'opposizione conservatrice (Cdu/Csu) Friedrich Merz il nuovo cancelliere: dovrebbe vincere con il 29,5% di voti favorevoli. "Le grandi aspettative rispecchiano le grandi sfide che dovrà affrontare fin dal primo giorno del suo probabile mandato di cancelliere", ha affermato il settimanale tedesco Der Spiegel. "Una Russia aggressiva, un'America ostile e un'Europa che si sta allontanando: Merz potrebbe essere messo alla prova più duramente di qualsiasi cancelliere della repubblica del dopoguerra".
Merz ha recentemente ammesso che l'effettivo abbandono da parte di Trump delle promesse di difesa europee e l'aggressivo sostegno del suo vicepresidente JD Vance all'estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) annunciavano "cambiamenti tettonici nei centri di potere politico ed economico del mondo". La Germania, ha detto, non ne sarebbe uscita indenne. L'indebolimento della Nato da parte di Trump e il tradimento dell'Ucraina sono "un pugno straziante allo stomaco", ha affermato Ursula Münch, direttrice del think tank dell'Accademia per l'educazione politica in Baviera, in particolare per l'Unione cristiano-democratica (Cdu) di Merz, che ha "solidarietà e amicizia con gli Stati Uniti nel profondo del suo Dna". "La sfida più grande per la Germania sarà quella di mettere insieme una dimostrazione di forza unita da parte dell'Ue e del Regno Unito".
Secondo i sondaggi, i socialdemocratici del cancellieri Olaf Scholz, si attestano al 15% dei consensi, 10 puntiin meno delle preferenze ricevute 4 anni fa, mentre l'Afd si attesta al 21%, oltre il doppio (era al 10,3%) rispetto al 2021.
Londra, 23 feb. (Adnkronos) - Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha dichiarato che domani annuncerà un nuovo importante pacchetto di sanzioni contro la Russia. Lo riporta ITV News. "Domani ho intenzione di annunciare il più grande pacchetto di sanzioni contro la Russia dall'inizio del conflitto, per indebolire la sua macchina militare e ridurre le entrate con cui si sta accendendo il fuoco della distruzione in Ucraina", ha affermato il ministro, aggiungendo che Londra "lavorerà con i partner americani ed europei per raggiungere una pace giusta e sostenibile", riconoscendo chiaramente l'Ucraina dev'essere coinvolta".
E' "un momento critico nella storia dell'Ucraina, della Gran Bretagna e dell'intera Europa" - ha detto ancora - Il sostegno all'Ucraina dovrebbe essere "raddoppiato" e si dovrebbe ricercare "la pace attraverso la forza". "Sul campo di battaglia, Londra resta impegnata a fornire un supporto militare di 3 miliardi di sterline all'anno per mettere l'Ucraina nella migliore posizione possibile e siamo pronti a contribuire con truppe britanniche alle forze di mantenimento della pace, se necessario".
(Adnkronos) - “La notte è trascorsa tranquilla, il Papa ha riposato”. Lo fa sapere oggi 23 febbraio il Vaticano aggiornando sulle condizioni di Papa Francesco ricoverato al Gemelli da venerdì della scorsa settimana.
Ieri sera l’ultimo bollettino diramato dalla Santa Sede sulle condizioni di salute di Bergoglio avevano restituito una situazione in aggravamento con una serie di criticità che i bollettini precedenti non avevano mai evidenziato. Nel dettaglio ieri il bollettino ha riferito che le “condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato" dall’équipe medica che lo ha in cura, “il Papa non è fuori pericolo”.
Ieri mattina, si spiegava, “Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoriaasmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi. Gli esami del sangue odierni hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua ad essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri. Al momento la prognosi è riservata”. Per Francesco è scattata una maratona di preghiere nelle chiese di tutto il mondo.
Kiev, 23 feb. (Adnkronos) - La Russia ha lanciato un attacco missilistico sulla città di Kryvy Rih, nell'oblast' di Dnipropetrovsk, nella tarda serata di ieri, uccidendo una persona e ferendone altre cinque. Lo ha riferito Oleksandr Vilkul, capo dell'amministrazione militare della città dove è nato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tra i feriti ricoverati in ospedale, una donna sarebbe in condizioni critiche.
L'attacco ha inflitto gravi danni alle infrastrutture civili della città, ha detto Vilkul. Dodici edifici residenziali, una struttura infrastrutturale, una casa di riposo e una chiesa hanno subito danni. L'attacco ha inoltre colpito edifici sociali e industriali, una stazione di servizio e numerosi veicoli.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "E' un saluto normale che faccio al mio pubblico continuamente. In questo mondo di guerra di informazione, come nazionalista populista — particolarmente se sei di destra — devi sempre andare contro i media, non puoi mai inginocchiarti a loro". Lo ha detto al 'Corriere della Sera' Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump e influente personalità politica della destra statunitense, parlando del saluto che ha fatto durante un raduno dei conservatori a Washington e che somigliava a quello nazista, e che ha spinto il leader di estrema destra francese Jordan Bardella ad annullare la sua partecipazione. A proposito del quale, aggiunge che il politico "ha dimostrato di non avere la grinta e la determinazione per vincere e per guidare la Francia, che è una nazione con enormi problemi: di immigrazione, finanziari. Si è messo in posizione fetale di fronte a qualcosa che è così ovviamente falso. Non sarà mai un leader".
"I media - spiega Bannon - non sono venuti qui a vedere Vance, Elon Musk e nemmeno il presidente Trump. Vogliono vedere questo movimento, sono preoccupati da quello che vogliono queste persone e da quello che vorranno in futuro. L'unica ragione per cui siamo arrivati qui è che questa gente ha appoggiato Trump, altrimenti il suo ritorno sarebbe stato impossibile". Parlando della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in collegamento video alla convention, aggiunge che "se mi avesse ascoltato negli ultimi due anni non sarebbe stata imbarazzata nelle ultime 72 ore da quello che ha detto il presidente Trump sull'Ucraina. Spero che sia una sveglia per lei. Non c'è decisione da prendere. L'Italia può permettersi di mandare truppe o denaro illimitato in Ucraina? Senza l'America è finita. A Parigi erano tutte chiacchiere. Volete appoggiare gli inglesi che mandano truppe? Hai la possibilità di pagare? No. Non importa quello che dice l'Europa".
"Trump è magnanimo - prosegue Bannon - parla di risorse e forse di un qualche coinvolgimento andando avanti, io sono un populista duro e puro, non vogliamo più mandare soldi né truppe. Il sangue versato in questa guerra è sulle mani delle persone che l'hanno iniziata, e adesso arriveremo al punto di partenza o anche peggio perché forse i russi non sono d'accordo a ritirare i carrarmati dalle loro posizioni. Quanto all'accordo sui minerali con Zelensky, penso che sia una trappola e devono evitarlo. Capisco la logica del presidente Trump. Penso che sia giusta l'idea che se ci impegniamo così tanto bisogna essere ripagati. Anche i dazi lui li vede come una nuova fonte di entrate che aiuta a chiudere il nostro debito che pesa sulle società e i singoli contribuenti. Concettualmente è corretto. Ma se prendi i minerali ucraini dovrai in qualche modo essere coinvolto. E questo significa garanzie di sicurezza e cercheranno di coinvolgerti in tutto".