Mentre mi accingo a scrivere, apprendo che il Parlamento europeo ha autorizzato il tribunale di Milano di processare per calunnia il leghista Borghezio che ha dato della scimmia alla ministra (allora) Kienge. Contemporaneamente, il Parlamento italiano, nella fattispecie, Pd in combutta con FI e Lega, non autorizza il processo ad Albertini, ex sindaco di Milano e senatore forzaitaliota, per calunnia al giudice Robledo. Fulgido esempio di come funzionerà la riforma. Albertini all’epoca era sindaco e ora che è senatore pretende l’immunità, se non nega i suoi voti. Ecco il nuovo Senato del ricatto!

Nello stesso giorno, lo stesso Parlamento italiano ha discusso il disegno di legge del M5S che prevede il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari. Il Pd, in combutta con gli altri, specie la destra, ha fatto ferro e fuoco, riuscendo a rimandare la legge in commissione dove ora sarà uccisa, sepolta e dimenticata. Al contempo il Pd, ormai senza speranza, senza radici e senz’anima politica, fa i gargarismi con «il risparmio» del taglio dei senatori. In una nota del 28 ottobre 2014, la Ragioneria dello Stato ha valutato il taglio senatoriale in «soli» 49 milioni di euro. Punto. Renzi e la santa in disgrazia Maria Elena Etruria vanno dicendo in giro che il risparmio sarà di 500 milioni di euro. Mentitori? Perché?

Immaginiamo che la loro controriforma passi: 100 senatori, che sono anche consiglieri regionali e sindaci di città o metropolitane, andranno almeno due volte al mese a Roma, qui si fermeranno almeno tre giorni durante i quali devono mangiare, dormire. Aggiungiamo il costo dei viaggi, naturalmente in prima classe. A codesti stakanovisti sarà riconosciuta un’indennità forfettaria che non potrà certamente penalizzarli per cui non saranno pagati, ma saranno indennizzati. Avranno anche l’immunità per cui i partiti vi metteranno quelli che o hanno procedimenti in corso o quelli che hanno la vocazione a delinquere. Un bel futuro si erge davanti a voi.

È evidente che il M5S ha presentato il suo disegno che, tra l’altro, aveva promesso in campagna elettorale, per stanare il Pd renziano che sta ingannando il Paese senza ritegno. È evidente che lo scopo è politico per trarne vantaggio elettorale in un momento in cui il capo del governo e capo del Pd sta impazzando in giro per il mondo e per l’Italia a raccattare voti per il Sì alla sua riforma fatta su misura per perpetuare il suo comando.

È grave che il Parlamento non prenda nemmeno in considerazione i «privilegi della casta» in un tempo in cui persone e famiglie vivono con 290 euro al mese che è la pensione d’invalidità. Occorrerebbe far provare ai parlamentari come si vive in Italia. Invece di combattere seriamente l’evasione fiscale, il governo dovrebbe portare almeno a 1.000,00 euro tutte le pensione al di sotto e tagliare stipendi e benefit di chi, come i parlamentari, lavorano meno di tre giorni a settimana, per un totale di 12 giorni circa al mese. Al contrario, il governo e Renzi in particolare premia gli evasori e provvede a loro favore. Egli pensa che siano costoro a salvargli il posto e il comando, ma si sbaglia perché sull’immoralità e sull’interesse personale non si costruisce nulla e, di solito, ci si rimette la pelle politica.

Deprimente lo spettacolo del Pd che in Parlamento urla contro il M5S accusandolo di «populismo» solo perché lo addita a sperperatore di denaro pubblico, di cui Renzi si serve per la sua politica personale, travestita di istituzionalità. Oggi il nemico dell’Italia è il Pd che ha perso la bussola della democrazia e del popolo, che lo sta abbandonando al suo destino. Il referendum ne sarà una prova.

Se il tribunale di Milano accoglierà l’esposto dell’ex giudice costituzionale Onida, di sicuro non si andrà a votare a dicembre, ma nella prossima primavera. Se ciò accadesse, Renzi che è traballante, tirerà un sospiro di sollievo perché allontana una sconfitta che lo decapiterebbe; nello stesso tempo vivremo mesi terrificanti perché tutto sarebbe inguaiato, complicato e defatigante. Non si può vivere mesi e mesi in questo clima di guerra civile per esclusiva colpa e responsabilità del presidente del Consiglio dei ministri italiano pro tempore che tronfio nella sua goffaggine ha voluto una riforma a colpi di maggioranze e per giunta dentro un Parlamento eticamente illegittimo perché eletto da una legge non costituzionale.

Renzi ha tradito Bersani, ha pugnalato Letta, ha infangato Prodi e voleva salvare l’Italia, lui che si era presentato come un messia di Rignano. Ricordate «una riforma a settimana»? Ora è esattamente come quelli che voleva rottamare e anche peggio. Per distrarre gli italiani e il mondo, fa la voce grossa con l’Europa, ma da quelle parti deve stare attenti perché sono in maggioranza protestanti e non si lasciano impressionare da «can che abbaia e non morde». Speriamo di votare presto, così a Natale possiamo vedere almeno un trasloco fiorentino. Senza rancore, solo un augurio agli italiani perché Babbo Natale porti loro un bel regalo con fiocco azzurro: è nato l’ex-Renzi.

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