Le nuove scosse che hanno sconvolto il Centro Italia hanno nuovamente colpito i piccoli centri. Il terremoto è stato sentito nelle grandi città: da Napoli a Trieste, da Roma a Venezia. ma è nelle piccole località di Marche, Abruzzo e Umbria, già ferite dal sisma del 24 agosto, che la paura è stata più forte e i danni più gravi. E così dalla polvere e dalla macerie viene fuori l’urlo dei sindaci. Quei primi cittadini che si erano già rimboccati le maniche, e pur fra polemiche, per essere stati esclusi dal cosiddetto cratere, erano andati avanti.
Ma adesso, dopo quello che qualcuno di loro ha definito “un bombardamento“, i sindaci del Maceratese sono disperati. “Aspettiamo che dio si calmi”, dice all’Ansa il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci. “Ho visto crolli, il centro storico è immerso in una nuvola di polvere e ci sono danni anche nelle frazioni. Dove dormirete stanotte? “Non lo so, abbiamo ancora 4 tende, le tenevamo per scaramanzia…”. “È stato un terremoto fortissimo, apocalittico, la gente urlava per strada”, racconta il sindaco di Ussita Marco Rinaldi. “Il nostro paese è finito. Sono crollati tratti delle mura di cinta, abbiamo crolli diffusi in tutto il territorio e alcune frazioni isolate, che non riusciamo a raggiungere”.
“È brutta, è come se ci fosse stato un bombardamento. Una botta che non finiva mai”, sono le parole del primo cittadino di Serravalle del Chienti, comune simbolo del terremoto del 1997, Gabriele Santamarianova, che ha constatato dei crolli nel centro storico della cittadina: “Abbiamo visto come una nuvola di polvere, non sappiamo ancora che cosa è crollato, lo vedremo domani. Per fortuna che il centro era stato già evacuato dopo le scosse del 24 agosto”.
“Sono caduti calcinacci dagli edifici più precari, grossi crolli sembra che non ce ne siano stati, ma la gente è terrorizzata” spiega il primo cittadino di Penna San Giovanni Giuseppe Mancinelli, uno dei Comuni che si trovano nell’area dell’epicentro. Il sindaco ha riaperto due scuole per accogliere quanti, questa notte, decideranno di dormire fuori casa. Parla di una notte da incubo il sindaco di Preci Pietro Bellini: “Abbiamo cercato di mettere al sicuro gli anziani”. Poi, si riapriranno i centri allestiti in occasione del sisma del 24 agosto. E la paura, naturalmente, torna anche nell’area del cratere. “Qui è il caos, c’è gente che grida, persone sconvolte. Non so se ci sono altri danni, stiamo andando a vedere, ma la situazione psicologica delle persone è tragica”, sintetizza il vice sindaco di Arquata del Tronto Michele Franchi. E quello di Amatrice, nel Reatino, Sergio Pirozzi: “Ringraziando Dio non ci sono né morti né feriti. Abbiamo resistito al sisma del 24 agosto, le case crollate erano già lesionate. E’ andata bene, dobbiamo stare sereni, prendere l’aspetto positivo, che tutti siamo vivi”.