Tante sono le persone che astrattamente ambiscono a cambiare vita, che sentono l’esigenza di uscire da se stessi per dedicarsi agli altri, ma poche sono le persone che hanno veramente il coraggio di “gettare il cuore oltre l’ostacolo”, buttandosi in un progetto di volontariato che creano dal nulla, sobbarcandosi inevitabili rischi e frustrazioni.

Ho conosciuto la realtà di Sogno di bimbi perché un imprenditore illuminato, Alessandro Pizzoccaro, mi aveva parlato con entusiasmo di Marinella Graziani. Una business woman che, raggiunta l’età della pensione, stufa di occuparsi di margini e profitti, aveva deciso occuparsi degli ultimi, creando un centro d’accoglienza per le necessità più impellenti di bimbi e mamme disagiati.

Supportata da un gruppo di volontarie ospedaliere aveva iniziato nel modo più semplice, nel 2003, mettendo a disposizione un appartamento di sua proprietà di 70 mq, in modo da poter accogliere bimbi che magari dormivano al gelo o in macchina. Poi, via via, senza nessuna sovvenzione pubblica ma guidata da un’energia invincibile, con l’aiuto di privati, volontari e aziende, ha fatto crescere il centro fino a farlo diventare quello che ho visto due settimane fa, nella sede milanese di Via Emo 8.

Seicento metri quadri attrezzati alla perfezione (c’è anche l’ambulatorio medico), dove bimbi di tutte le etnie, da 12 a 36 mesi, possono giocare, imparare, mangiare sano, avvalersi dell’aiuto di specialisti (tra cui un odontoiatra, un pediatra e una psicologa, tutti volontari). Un asilo magicamente silenzioso, perché i bimbi non urlano e non bisticciano, e desiderano rimanervi il più a lungo possibile, dal momento che conoscono case decisamente meno accoglienti, calde e pulite.

Un luogo magicamente risolutivo, perché permette a troppi genitori in difficoltà di andare al lavoro, guadagnarsi onestamente uno stipendio e lasciare i propri piccoli al sicuro, ben protetti e guidati. Ebbene, questo emblema dell’ottimismo della volontà, rischia presto di non esistere più: perché le donne come Marinella Graziani invece di ricevere premi dalle istituzioni ricevono sfratti dai proprietari (a luglio sarà esecutivo).

E siccome tutti noi che non siamo eroi possiamo sempre però fare la differenza, chiedo a chi leggerà queste parole di mobilitarsi affinché il comune di Milano consideri una priorità sociale trovare una nuova locazione (gratuita) a Sogno di bimbi. Basta poco: condividere l’hashtag #majorinosalvacitu e questo post. Spero sarete in tanti a sostenere questo sogno concreto.

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