Il presidente della Regione dovrà rispondere, insieme ad altre 26 persone fra politici e tecnici, di una variante in corso d'opera costata 8 milioni. Che secondo i pm è servita a scaricare sui contribuenti i costi di un errore di progetto, per la presenza di un torrente sotterraneo
Nuovo processo per Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. Il Gup del Tribunale di Salerno, Pietro Indimineo, lo ha rinviato a giudizio per una vicenda riguardante il passato incarico di sindaco della città. L’accusa è di falso in atto pubblico nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di piazza della Libertà. Con lui il gup ha mandato a giudizio altre 26 persone, tra cui i componenti della giunta comunale di Salerno nel 2010, imprenditori e tecnici comunali.
Piazza Libertà, opera di riqualificazione urbanistica della zona di Santa Teresa del valore di 8 milioni di euro, era considerata il fiore all’occhiello dell’amministrazione De Luca. La variante finita nel mirino dei pm fu approvata
– ufficialmente – per un imprevisto geologico emerso in corso d’opera – ossia una falda acquifera risultata più alta del previsto – che rappresentava un ostacolo alla prosecuzione dell’opera nella zona della spiaggia di Santa Teresa. Ma per la Procura di Salerno la variante si sarebbe resa necessaria per mettere riparo a un errore commesso in fase di progettazione. Un errore il cui costo sarebbe stato così, secondo la tesi degli investigatori, accollato ai contribuenti. Un’ipotesi investigativa però sempre fermamente respinta dagli indagati. A segnalare i rischi idrogeologici connessi all’opera erano stati fra gli altri i comitati ambientalisti.