Dopo i fatti di Gorino, Gianluca Zaramella aveva invitato i concittadini a "prepararsi" all'arrivo di 300-400 migranti. La cosa, non vera, gli è costata una convocazione da parte della Digos. Intanto ad Abano, dietro il comitato "Grande Abano", nasce una lista che aspira a presentarsi alle comunali del 2017
L’accoglienza continua a dividere la politica in Veneto, dove il numero di profughi ospitati ha quasi raggiunto la soglia dei 15mila. Al punto che il segretario della sezione della Lega Nord di Pramaggiore inneggia su Facebook alle barricate di Goro e invita a rifiutare gli extracomunitari, tanto da essere denunciato per procurato allarme. E ad Abano Terme nasce la prima lista anti-profughi.
All’attenzione della Digos è finito, a Pramaggiore, il segretario leghista Giampaolo Zaramella. Sulla sua bacheca aveva commentato i fatti di Goro e le successive dichiarazioni del commissario per l’immigrazione Mario Morcone. Il post era esplicito, con l’invito a prepararsi a respingere i migranti in arrivo nel Veneziano. Un invito a replicare le barricate? Lo devono aver pensato gli agenti della Digos che lo hanno denunciato.
Ma in soccorso di Zaramella è sceso il vice presidente leghista della Regione Veneto, Gianluca Forcolin, che alla Nuova Venezia ha dichiarato: “A me non sembra che abbia usato termini forti. Non ha detto prendiamo dei bazooka per accoglierli”. In realtà, commentando alcuni articoli inviatigli da un amico, Zaramella se l’era presa un po’ con tutti gli appartenenti al cosiddetto popolo dei “buonisti”, oltre al prefetto Morcone, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il premier Matteo Renzi, addirittura papa Francesco.
“Prepariamoci anche noi ad accoglierli, perché ne stanno arrivando anche qui dai 300 ai 400” ha scritto Zaramella. E visto che sembrava una chiamata ad organizzarsi, dalla Questura di Venezia è partita una telefonata di convocazione. Lui non si è presentato. E’ seguita una convocazione scritta e così il segretario leghista si è presentato nella caserma di Santa Chiara a Venezia, per evitare l’accompagnamento coatto. Ha dovuto spiegare perché avesse annunciato l’arrivo di qualche centinaio di extracomunitari nel Veneto Orientale. Visto che l’arrivo non è previsto, è stato denunciato per procurato allarme, ovvero per aver indotto la popolazione a credere che ci fosse una situazione di emergenza.
Ad Abano Terme, in provincia di Padova, nasce invece la prima lista anti-profughi. Sarà formata dal comitato di cittadini “Grande Abano”, che si era costituito per presidiare i cancelli dell’ex caserma Primo Roc, dove si progettava un hub provinciale. Il progetto è concreto e ha una tempistica precisa, perché nel 2017 ad Abano sono previste le elezioni del nuovo sindaco, dopo che Luca Claudio è finito in carcere per “mazzette” all’inizio dell’estate. A parlare è la portavoce Sabrina Talarico. “La nostra è una proposta concreta, una discesa in campo politica. Impegneremo tutti i candidati, dopo gli arresti per tangenti, a firmare un codice etico. E della partita ci saremo anche noi”. Tra i promotori di “Grande Abano” ci sono anche Nicola Andreose, Paolo de Franceschi, Fabrizia Birello e Mirko Mazzucato. Non sono appagati dalla marcia indietro (non definitiva) della Prefettura di Padova che ha rinunciato al progetto Primo Roc, anche a seguito delle proteste popolari. Non si parla ancora di candidature, ma il programma è preciso. Primo punto: creare nella ex base militare un complesso di edilizia popolare. Secondo: ottenere dalla Regione l’impegno a escludere i comuni a vocazione turistica (che in Veneto sono tanti) dal coinvolgimento nell’ospitalità ai richiedenti asilo in attesa di verifica delle loro condizioni di profughi.
In qualche modo quella di “Grande Abano” è un’invasione nel campo da sempre appannaggio della Lega Nord, anche se nella cittadina termale un po’ tutte le formazioni politiche sono contrari all’hub. La Lega cerca comunque di cavalcare il dissenso popolare sul tema della sicurezza. Nicola Finco, capogruppo del Carrroccio in consiglio regionale ha dichiarato al Corriere del Veneto: “Non ci sentiamo scavalcati da questa iniziativa e nulla vieta di collaborare in futuro con questi comitati. Dobbiamo unire le forze e fare un fronte comune con tutti coloro che si vogliono liberare dai diktat dei prefetti, affittacamere del governo”.
Tiepido, invece, Alessio Zanon, che fa parte di un altro comitato anti-profughi, “Abano 19”. “Quelli di “Grande Abano” sono un’altra parrocchia, il nostro presidio alla caserma Primo Roc dopo 40 giorni continua ancora, perché se anche il prefetto di Padova ha detto che il costo del progetto è notevole, non vorremmo che cambiasse idea”.