Le rilevazioni dell'istituto di Weber per Agorà: sulla consultazione popolare diminuiscono gli indecisi e aumenta l'affluenza. Partiti stabili, Pd ancora primo. Gli intervistati in larga maggioranza contro i cittadini di Goro. E tre quarti di loro sono contrari a barriere anti-immigrazione
Il sorpasso ora diventa consolidato: il No, nei sondaggi Ixè per Agorà, allunga al 40 per cento, lasciando il Sì al 37. Nel frattempo, confermando un trend registrato nelle ultime settimane, mentre aumenta l’affluenza (dal 55 al 56) calano gli indecisi, dal 25 al 23 per cento. All’interno degli elettori del Partito democratico le riforme sono sostenute dal 79 per cento (contro il 16 per il No), mentre si ribalta la proporzione all’interno degli elettorati di M5s, Lega Nord e Forza Italia (il 20 per cento degli elettori di questi tre partiti sono favorevoli alla riforma). Quanto alla partecipazione al voto sembrano più motivati gli elettori di Pd e Lega Nord (77-78 per cento) e leggermente meno quelli di M5s e Forza Italia (rispettivamente 68 e 62 per cento).
Ixè ha analizzato come sempre anche lo stato di salute dei partiti. In linea generale si può dire che sono tutti stabili perché le variazioni sono di qualche decimale, quindi niente per una rilevazione che prevede come le altre un margine d’errore del 3 per cento. Crescono Partito democratico (33,1, +0,2) e Cinquestelle (29,3, +0,1). Calano i partiti che seguono, Lega Nord (13,9, -0,3) e Forza Italia (9,6, -0,2). Per il momento l’unico partito che riuscirebbe a entrare in Parlamento sarebbe Sinistra Italiana (4 per cento, -0,3). Riprende fiato Fratelli d’Italia, al 2,9 (+0,4 nell’ultima settimana). Tra i leader il presidente del Consiglio Matteo Renzi resta fermo al 31 per cento, restano stabili – subito dietro – la presidente di Fdi Giorgia Meloni al 21 per cento e Beppe Grillo al 20. Calano di un punto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il segretario della Lega Nord Matteo Salvini (al 17%) e il possibile leader di Forza Italia Stefano Parisi (al 14%). In testa resta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con l’incremento di un punto, che è al 50 per cento. Il governo vede crescere il suo indice di fiducia di un punto, dal 30 al 31%.