X Factor è tornato. E lo ha fatto in pieno stile X Factor: quel marchio di fabbrica un po’ spaccone, fatto di palchi da show internazionale e effetti da concerto. È la grandeur di Sky che ormai è diventata brand, cifra stilistica di un network che non ha certo scelto il profilo basso per dimostrare di essere forse l’unico, oggi, ad aver soldi da spendere. Dopo la lunga (forse troppo) fase delle audizioni, il primo live ha mostrato al pubblico uno show costruito come sempre con estrema perizia ed efficace. Nulla è lasciato al caso, a cominciare dalla clip ironica dell’inizio, con Cattelan a indottrinare la giuria su questa nuova stagione. Autoironici i giudici, con Fedez che si preoccupa di scattare un selfie dietro l’altro e Arisa che riesuma la vecchia storia del “Sei falsa Simona, cazzo!”, urlato in faccia a Simona Ventura qualche edizione fa e che le era costato la seggiola di giudice. (Sulla Ventura convitato di pietra in tanti programmi tv, e soprattutto sul fatto che la Signora di Chivasso continua a tirare assai checché se ne dica, ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia).
Anche l’opening è efficace, con Marco Mengoni sul palco, prima a duettare con Matt Simons e poi da solo in “Io ti aspetto”. Mengoni è la perla rara uscita da X Factor (quando era ancora su RaiDue, in verità) e la sua presenza è lì a ricordare che qualche talento che riesce anche a vendere è nato davvero, dalla versione italiana del talent ideato da Simon Cowell. E anche se Mengoni è un prodotto dell’X Factor made in Rai, ultimamente dalle parti di Sky lo citano spesso e volentieri (in accoppiata con gli One Direction) per dimostrare che non è solo un programma televisivo ma anche una pontenziale fucina di popstar.
Dopo l’esibizione del cantante reatino, arriva il momento di far partire la gara. Chiariamo subito che non c’è da aspettarsi molto, perché le audizioni non hanno partorito un cast particolarmente brillante dal punto di vista musicale. E il rischio, nonostante il virtuoso esempio di Mengoni (ma anche di Noemi, Francesca Michielin o Giusy Ferreri), è quello che l’esteticamente splendido show televisivo fagociti tutto il resto. Ma è un rischio che conoscevamo già e che conoscono perfettamente anche dalle parti di Rogoredo. È la tv, bellezza.
Fedez è ormai il veterano del tavolo dei giudici e guida la brigata con piglio sicuro. Manuel è sembrato forse intimidito dalla diretta e ha fatto un passo indietro rispetto all’efficacia sorprendente delle audizioni. È stato sin troppo buono, e si spera che sia soltanto una conseguenza dell’esordio, ma che già da giovedì prossimo torni il glaciale e tagliente Severus Piton delle scorse settimane. Di Alvaro Soler non s’è vista traccia: ogni tanto gioca a fare il bastian contrario criticando cantanti che agli altri giudici sono piaciuti, ma non basta per dare spessore a qualcosa che spessore non ha. Arisa, invece, è stata la gioia del pubblico televisivo più pop-trash, che infatti sul suo ritorno puntava tantissimo. Non ha freni, non ha filtri, dice quello che pensa e lo fa nel solito modo eccessivo e a tratti imbarazzante, ma senza Arisa, questa edizione di X Factor sarebbe di una noia mortale, almeno sul fronte giudici.
Il primo live si chiude con l’eliminazione di Diego Conti, occhialuto membro del team Arisa, fatto fuori al ballottaggio dai deludenti Les Enfants (team Soler). E il pubblico si è dimostrato saggio e assennato, visto che ha mandato all’ultimo scontro proprio le esibizioni più deboli della serata. Non che ci sia stato nulla di indimenticabile, beninteso, ma una menzione la meritano Eva (team Agnelli), Roshelle (team Fedez), i Soul System (team Soler) e la rivelazione Fem (team Arisa).
Da giovedì prossimo si ricomincia a incrociare i microfoni, con l’obiettivo di arrivare alla finale-evento del Forum di Assago del 15 dicembre. Televisivamente, la “macchina perfetta” di X Factor può ancora migliorare, soprattutto se Manuel Agnelli mette un po’ di pepe (nessuno sente la mancanza di Morgan, però un minimo di follia creativa e competente serve eccome, e può darcela solo il frontman degli Afterhours). Per fortuna di tutti, Alessandro Cattelan è sembrato in grandissimo spolvero. La figura del conduttore a X Factor dovrebbe essere quasi marginale, eppure il trentaseienne conduttore di Tortona anno dopo anno ha conquistato uno spazio predominante nella narrazione della gara e nelle dinamiche al tavolo dei giudici. È l’Higuain della tv, e se qualcuno ha davvero intenzione di strapparlo a Sky (leggasi Mamma Rai), dovrà presentargli un progetto studiato nel minimo dettaglio e soprattutto adatto a lui, perché ormai Cattelan è abituato a lavorare con standard altissimi, con prodotti cuciti sulle sue caratteristiche, e forse in viale Mazzini non possono ancora permetterselo.