Il mezzo che ha provocato il crollo pesava 108 tonnellate, "superiore all'ordinario e non autorizzato", afferma la società. Che accusa l'ente pubblico sul disastro che ha provocato un morto e tre feriti all'altezza di Annone: "Ha ritardato la chiusura al traffico dopo la caduta di calcinacci". La replica: "Rammaricati, noi abbiamo informazioni diverse, saranno le inchieste a chiarire". Il viceministro delle Infrastrutture evoca i problemi di bilancio degli enti in via di abolizione e annuncia una commissione d'inchiesta Recuperato nella notte il corpo del pensionato rimasto schiacciato dalla struttura caduta al transito di un tir che trasportava bobine d'acciaio. La Procura valuta il disastro colposo
Pesava 108 tonnellate, ha riferito l’Anas, il tir carico di bobine d’acciaio che ha provocato il crollo del cavalcavia sulla superstrada Milano-Lecco – all’altezza di Annone – con un morto e tre feriti. L’autoarticolato non è ancora stato rimosso e, afferma Anas, “probabilmente a causa del suo peso eccessivo”, ha provocato l’incidente. “Dalle prime ricostruzioni dei fatti”, comunica l’azienda stradale, “il mezzo pesante aveva una portata di circa 108 tonnellate, superiore a quella ordinaria, e non era stato autorizzato da Anas, che peraltro non ha in gestione la viabilità sulla strada provinciale SP49 dove era posto il cavalcavia”. Un elemento in più che si aggiunge al rimpallo di responsabilità fra l’azienda e la Provincia di Lecco sulla mancata chiusura del ponte dopo i primi calcinacci cominciati a cadere tre ore prima del disastro. 108 tonnellate è fra l’altro il limite di peso massimo fissato dal codice della strada per i trasporti eccezionali, su veicolo che devono avere otto assi.
IL VICEMINISTRO: “PROVINCE HANNO PROBLEMI DI BILANCIO, REFERENDUM LE ABOLIRA'”. “E’ presto per dire di chi sia la responsabilità. Quel che è certo è che, in attesa del referendum costituzionale del 4 dicembre che potrebbe definitivamente abolirle, molte province italiane sono alle prese con seri problemi di bilancio”. Il viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini – arrivato in serata sul luogo del disastro – tira in ballo anche la consultazione referendaria nel commentare, in un’intervista a La Stampa, il crollo del cavalcavia sulla superstrada Milano-Lecco – all’altezza di Annone – che ha provocato un morto e tre feriti. “E’ indubbio – afferma Nencini- che dietro questo evento ci sia una responsabilità umana. Si dovrà capire e accertare a chi sia specificamente imputabili. La commissione d’inchiesta, istituita quasta mattina dal ministro Graziano Delrio, servirà a chiarire proprio questo”. Il viceministro sottolinea “che dal 2008 al 2014 gli investimenti per le opere infrastrutturali, manutenzione compresa, sono scesi del 30-32 per cento con tutte le conseguenze negative del caso. Questa è la ragione per cui il governo ha raddoppiato le risorse assegnate ad Anas. Destinando, solo alla manutenzione, 500 milioni di euro. Vale a dire il 60 per cento in più dell’anno precedente”. Nencini ha poi spiegato che il governo si sta “confrontando con le Regioni per riprendere, riconducendola alla competenza di Anas, una parte della viabilità provinciale. In tal senso abbiamo già raggiunto intese con il Lazio e le Marche”.
LO SCONTRO FRA ANAS E PROVINCIA DI LECCO. Sul fronte della responsabilità, resta da chiarire il rimpallo subito scattato fra Anas e Provincia di Lecco sul fatale ritardo nella chiusura del cavalcavia, dal quale già in giornata si erano distaccati dei calcinacci, e al quale il passaggio di un tir carico di acciaio ha dato il colpo di grazia. In un comunicato, Anas afferma che “dalle prime ricostruzioni dei fatti” il cantoniere addetto alla sorveglianza della tratta “già attorno alle ore 14.00, avendo constatato il distacco di alcuni calcinacci dal manufatto, ha disposto immediatamente la loro rimozione e la parzializzazione della SS36 in corrispondenza del cavalcavia”. Subito dopo, continua l’azienda, il cantoniere “in presenza della Polizia Stradale, ha contattato gli addetti alla mobilità della Provincia di Lecco, responsabile della viabilità sul cavalcavia, e li ha ripetutamente sollecitati alla immediata chiusura della strada provinciale SP49 nel tratto comprendente il cavalcavia”. Gli addetti della Provincia, però, “hanno richiesto un’ordinanza formale da parte di Anas che implicava l’ispezione visiva e diretta da parte del capocentro Anas, il quale si è attivato subito, ma proprio mentre giungeva sul posto il cavalcavia è crollato. È stato inoltre accertato che il Tir che è precipitato dal cavalcavia provinciale era un trasporto di bobine di acciaio il cui notevole peso non è al momento noto”.
L’INCHIESTA DELLA PROCURA SULLA “STORIA” DEL PONTE. Anche la Provincia di Lecco, il giorno dopo la tragedia, precisa la sua posizione e ribadisce che la ricostruzione di Anas “non collima con le informazioni sull’accaduto in nostro possesso”. “Sono davvero rammaricato – commenta il Presidente Flavio Polano esprimendo cordoglio ai familiari della vittima e vicinanza ai feriti – per le comunicazioni rilasciate da Anas dopo l’evento con una tempistica quasi cronometrica, che addossano le responsabilità alla Provincia di Lecco, rispetto a una sequenza di fatti e circostanze che saranno chiariti dalle inchieste aperte, le quali stabiliranno le responsabilità”. La Procura di Lecco ha aperto un fascicolo per cercare di chiarirle: omicidio e disastro colposo le ipotesi di reato. I pm stanno anche ricostruendo la storia del ponte dove, già nel 2006, avvenne un incidente con un autocarro che aveva urtato la struttura. Per questo il procuratore capo Antonio Chiappani e il pm titolare del fascicolo Nicola Preteroti si riuniranno con vigili del fuoco, polizia stradale e della questura per un prima valutazione dell’accaduto. Sarà inoltre acquisita la corrispondenza tra Anas e Provincia di Lecco nelle ore precedenti al crollo. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo e disastro colposo. Il procedimento, allo stato, è a modello 44, quindi ancora senza indagati. La magistratura lecchese ha affidato le indagini alla polizia e ha disposto il sequestro dell’autoarticolato che è piombato sulla statale 36 e dell’intera struttura caduta. Sono già stati individuati degli ingegneri civili che analizzeranno i materiali con cui è stato realizzato il cavalcavia e faranno dei calcoli per verificare la sua resistenza al peso. La strada è frequentemente percorsa da numerosi mezzi pesanti e il loro passaggio, col tempo, potrebbe aver compromesso la stabilità del ponte. Verifiche saranno fatte anche sull’effettivo peso del trasporto eccezionale che ieri percorreva il cavalcavia e che potrebbe averne causato il crollo.
RECUPERATO IL CORPO DELLA VITTIMA. Intanto è stata recuperata nella notte la salma di Claudio Bertini, il 68enne di Civate schiacciato nella sua auto dal crollo del ponte, avvenuto al passaggio del Tir impegnato nel trasporto eccezionale. Bertini lascia moglie e una figlia. Il camionista è stato ricoverato all’ospedale di Lecco in codice giallo con traumi al torace, ma cosciente. Sono state trasportate all’ospedale di Lecco anche le altre tre persone, residenti nel Lecchese e tra le quali una bambina, rimaste ferite ma in maniera definita non grave. Miracolosamente illeso invece Roberto Colombo, 37 anni, di Cesana Brianza (Lecco) anche se la sua auto è stata schiacciata in un modo che ha fatto temere anche per lui il peggio. A salvarlo è stata tra l’altro una decisa sterzata istintiva a destra verso il guardrail.
Per tutta la notte, i vigili del fuoco hanno assistito alle operazioni di taglio delle travi del cavalcavia da parte delle ditte specializzate. “E’ tutto come ieri, il Tir è ancora al suo posto, sarà un lungo lavoro”, spiegano dalla centrale della polizia stradale di Lecco. La strada statale 36 resta chiusa, tra i comuni di Cesana Brianza e Annone.