Più di mezzo milione di italiani riceve la pensione da oltre 36 anni. Cioè da prima del 1980. Il dato emerge dalle tabelle dell’Inps sugli anni di decorrenza dei trattamenti di vecchiaia (compresi quelli di anzianità) e ai superstiti del settore privato e pubblico, esclusi gli assegni di invalidità previdenziale, quelli agli invalidi civili e gli assegni sociali. Sono circa 540.000 quelli liquidati da prima del 1980, evidentemente a persone all’epoca molto giovani. Le pensioni di vecchiaia e superstiti del settore privato versate da oltre 36 anni sono 475.000, nel pubblico 65.463. Del resto per le pensioni pubbliche anticipate la media di uscita era di 47,4 anni.
Nel settore privato sono 188.436 le pensioni di vecchiaia in vigore da prima del 1980: si tratta di persone uscite dal mercato del lavoro, in media, a 54,9 anni. Le pensioni di invalidità pre-1980 sono poi 439.718 (44,5 l’età media alla decorrenza) e quelle ai superstiti 286.542 (41,35 anni l’età media alla decorrenza). Gli assegni di invalidità, tuttavia, sono stati erogati non in base all’età ma considerando le condizioni fisiche delle persone. L’età media alla decorrenza delle pensioni vigenti, in questi anni, si è innalzata di quasi 8 anni per la vecchiaia (da 54,9 anni a 62,55 medi), mentre per i superstiti è cresciuta in media di quasi 30 anni passando dai 41,35 delle pensioni vigenti da oltre 36 anni ai 73,89 anni di quelle con decorrenza 2015.
Le pensioni dei dipendenti pubblici erogate prima del 1980 sono 4.573 per la vecchiaia (55,7 l’età media alla decorrenza), 33.654 per l’anzianità (47,4 anni l’età media alla decorrenza), 16.573 per i superstiti da assicurato (41,7 anni l’età alla decorrenza) e 10.663 per il superstite da pensionato (46,3 l’età media alla decorrenza). Nel 2015 l’età media alla decorrenza delle pensioni pubbliche vigenti era di 66,8 per la vecchiaia e di 62,4 anni per le pensioni anticipate.