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Apre a Milano la mostra sui terremoti, il curatore: “Cominciamo ad avere comportamenti consapevoli”

“Terremoti – Origini, Storie e segreti dei movimenti della terra” sarà al Museo della Storia Naturale di Milano dal 29 ottobre 2016 al 30 aprile 2017. 200 foto sull’anatomia del pianeta, i movimenti delle rocce, la creazione delle faglie, ma anche oggetti e costruzioni che possono diminuire le conseguenze catastrofiche delle scosse. “Impossibile quantificare la tempistica dei terremoti. L’unica via per ora è la prevenzione”

di Davide Turrini

La terra trema. Ma per fortuna questa volta sono soltanto i modellini in scala di una mostra. Terremoti – Origini, Storie e segreti dei movimenti della terra, al Museo della Storia Naturale di Milano, dal 29 ottobre 2016 al 30 aprile 2017, apre i battenti con involontaria concomitanza con le nuove scosse avvenute sull’Appennino umbro-marchigiano. Sette le sale per un percorso scientifico, informativo e di prevenzione, ma ancora prima visivo, perfino tattile, corredato da filmati, oltre 200 scatti fotografici, diorami di grandi dimensioni, una vasca in cui viene simulata un’onda di tsunami, un modellino di tavola sismica, sismografi e strumentazione antica e moderna, pezzi di rocce e minerali che illustrano la diversità della crosta terrestre.

E’ stato difficile all’inizio costruire un percorso espositivo sui terremoti. Non potevo di certo esporre soltanto foto degli effetti distruttivi delle scosse”, spiega al FQMagazine l’inesauribile curatore della mostra, il geologo e fotografo Marco Stoppato. Ecco allora la possibilità per i profani di venire a conoscenza ed analizzare in chiave storico-scientifica gli eventi naturali estremi attraverso le sezioni della mostra che s’intitolano: “Anatomia del pianeta Terra”; “Movimenti dei continenti e della crosta terrestre”; “Faglie e terremoti”; “Tsunami”; “Prevenzione cover-drop-hold on”; “Gli strumenti storici del geofisico”; “Difesa strutturale dai terremoti”. “Verranno esposti grossi plastici dove mostriamo i movimenti lenti delle rocce e quelli rapidi che provocano le faglie. Poi ancora dimostriamo la propagazione dell’onda sismica con filmati e animazioni. Tutti oramai hanno capito che in Italia ci troviamo su un territorio ad alta pericolosità. Quindi questa mostra acquisisce anche uno scopo “educativo”, soprattutto sul cosa fare concretamente per mitigare il rischio terremoto”, continua Stoppato.

Nonostante la mostra Terremoti sia stata ideata nel marzo 2016, con data d’apertura prevista a giugno dello stesso anno e poi posticipata, ora più che mai il tema della “prevenzione” diventa d’urgenza. E tra le stanze del Museo Naturale di Milano c’è di che apprendere e comprendere sul tema. Si va dal campo ingegneristico per le costruzioni con criteri antisismici, all’utilizzo di materiali all’avanguardia come la carta in fibra di vetro che viene adoperata come rete di contenimento delle pareti, fino agli speciali banchi di scuola progettati per reggere il peso della caduta di una tonnellata dall’altezza di sei metri. “Il 17 ottobre scorso in tutto il mondo c’è stata l’esercitazione antisismica più grande al mondo (The Great ShakeOut ndr), che ha coinvolto 24 milioni di persone, dagli Usa al Giappone – spiega Stoppato. “Essendo impossibile quantificare la tempistica dei terremoti, l’unica cosa che possiamo fare è avere un comportamento consapevole per agire sulla prevenzione. In mostra ho inserito tanti spunti oggettivi che si possono adottare. Si va da piccole cose come lo zainetto di sopravvivenza, fino a prodotti acquistabili online per pochi dollari che bloccano la caduta di grossi oggetti presenti su tavoli e mobili di casa che durante le scosse fino al 7imo grado cadono a terra o addosso alle persone. C’è poi un filmato del terremoto del Cile, Richter 9.5, dove si vedono prefabbricati in legno che non crollano. Tra l’altro edifici, anche di quattro piani, identici a quelli che si producono  e si possono costruire in Italia. E ancora: mostriamo delle boe antitsunami di un’azienda italiana che le vende in Corea e in Giappone. Se collocate a 3mila chilometri da riva si ha circa 3 ore di tempo per organizzarsi e scappare via prima che l’onda ti travolga. Perché sia chiaro, per ora l’unico modo per salvarsi da uno tsunami è scappare”.

Terremoti non è infine soltanto mostra divulgativa fredda ed asettica, ma anche stralcio cospicuo della passione con cui Stoppato ha raccolto negli anni testimonianze, tramite foto e oggetti, sui movimenti tellurici che hanno tristemente segnato l’elenco delle catastrofi: “Ho voluto portare qui al museo anche sette metri di binario ferroviario che dopo il terremoto di 7 gradi Richter in Guatemala nel 1976 si sono schiacciati a fisarmonica. La mia è una lunga passione nata dopo aver visto da bambino Viaggio al centro della terra. Da allora vado alla ricerca di ammoniti e fossili in ogni luogo del mondo. Ho sempre pensato di dover trasmettere e comunicare la mia conoscenza agli altri”. Tra una carta da parati antisismica e i banchi di scuola ultrainnovativi che posizionati uno fila all’altro reggono calcinacci e muri per mille chili, Stoppato la casa antiterremoto per sé non l’ha ancora comprata: “Abito a Porta Venezia a Milano – ironizza il curatore della mostra –  e ad ogni tram che passa il mio appartamento vibra come ridere”.

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