Il marchio Lancia è qualcosa di grande. Quando ti capita sotto mano un capolavoro storico che porta questo marchio, è impossibile pensare il contrario. L’occasione è arrivata girando un video con una Fulvia Sport Zagato. Guardando lo stile inconfondibile, ascoltando il motore, studiando la sua storia, è nata qualche riflessione.

Le case automobilistiche hanno scoperto il valore dell’heritage. Forse un po’ tardi, i vari manager e uffici stampa stanno capendo che le auto storiche sono una buona leva per promuovere le nuove gamme. I tedeschi, che per queste cose hanno testa e fiuto, sono stati i primi a spingere e investire in questo settore, valorizzando così un patrimonio che diventa uno dei migliori strumenti di marketing.

In Italia siamo un po’ indietro, come in altre cose. Il problema è che il patrimonio storico dell’industria automobilistica italiana non ha rivali. Basta dare uno sguardo a cosa veniva prodotto in Germania e Francia, in particolare tra gli anni 60 e 70, e vedere le gamme dei nostri marchi.

Adesso la situazione si è invertita. All’estero sono più bravi degli italiani a fare le macchine, e riescono anche a promuovere molto meglio un patrimonio che è una frazione del nostro. In particolare, qualche anno fa, la scelta di uccidere il marchio Lancia non sembra una mossa molto lungimirante. Per spingere la gente a comprare automobili la leva emotiva è fondamentale. E per chi oggi ha almeno 30 anni non sarebbero degli ottimi testimonial Delta, Stratos, 037, Fulvia?

Questa Zagato è un capolavoro dell’industria e del design italiano. Un’auto sportiva che porta il marchio Lancia, lo stesso della Ypsilon. Un’utilitaria che è anche l’ultima macchina a montare lo scudo blu, destinato a sparire.

Lancia risorgerà? Probabilmente no, ma noi ci speriamo. In fondo, fino a qualche anno fa, chi avrebbe mai scommesso su una berlina Alfa Romeo a trazione posteriore di nome Giulia?

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