Rec (2007) di Jaume Balagueró e Paco Plaza
Ancora una sola fonte di sguardo per osservare l’orrore. A Barcellona, una giornalista tv e il suo cameramen seguono in diretta i lavori dei pompieri di notte. Una chiamata e via il tuffo all’interno di un palazzo del centro città. Dentro all’appartamento di un’anziana signora succedono strane cose. La tv documenta ogni passo dei presenti all’istante, ma le autorità dall’esterno decidono di blindare l’edificio per paura di contaminazioni. Chiaro che gli inquilini rimasti dentro, compresi cameramen e pompieri dovranno sopravvivere al manifestarsi dell’ennesima presenza demonica che si impossessa di chiunque ne viene in contatto. Rec è un concentrato di corse, movimento dinamico verso l’alto e verso il basso del palazzo, dentro e fuori i corridoi degli antichi appartamenti, fino alla mancanza di fiato e di vita. La filosofia è quella del non fermarsi mai a riprendere, filmare tutto, tenere la videocamera sempre accesa. L’ennesima scelta formale che salva ed eleva horror a pura sperimentazione cinematografica. Rec fa spaventare ad ogni minima curvatura di script e ad ogni angolo di set. Anche qui la matrice ha generato mostruosi sequel. Inguardabili.