“Insoddisfazione” della Commissione Ue per una lettera giudicata “poco costruttiva“. Così, secondo le agenzie di stampa, è stata accolta a Bruxelles la missiva con cui il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha risposto alla richiesta di chiarimenti sul mancato rispetto degli obiettivi di bilancio concordati in primavera. Il titolare del Tesoro ha sostenuto che il “divario sostanziale” rilevato dall’esecutivo europeo tra il saldo strutturale promesso e quello che l’Italia intende effettivamente mettere a segno l’anno prossimo “è largamente spiegato dalle spese straordinarie legate a immigrazione e sisma“. Niente di più, in pratica, rispetto a quello che i tecnici della Commissione potevano leggere nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles il 18 ottobre e poi aggiornato. Di qui la “insoddisfazione”
Delle cinque lettere ricevute dai Paesi a cui erano stati chiesti chiarimenti, quelle di Portogallo, Finlandia, Belgio sono ritenute più costruttive e dialoganti, mentre quelle di Italia e Cipro “lo sono meno”. In più, secondo l’Ansa, accusare la Commissione di ostacolare la ricostruzione del patrimonio edilizio e scolastico italiano con criteri antisismici è ritenuto “populismo a buon mercato” perché la possibilità di investire in prevenzione per la messa in sicurezza degli edifici con misure antisismiche fuori dal Patto di stabilità è al contrario prevista dalla comunicazione sulla flessibilità del 13 gennaio 2015, nell’annesso uno. “Sotto le attuali regole Ue ci sono modi per escludere i costi a breve termine in risposta alle grandi catastrofi naturali, che vengono considerati misure one-off escluse dagli sforzi di bilancio quando si valuta il rispetto del Patto di stabilità”, ha spiegato una portavoce della Commissione, ricordando: “Lo abbiamo già fatto in passato per i terremoti in Abruzzo ed Emilia-Romagna”.
Se è improbabile che la Ue chieda entro l’1 novembre a Roma di rivedere il documento a causa di un “serio rischio di deviazione degli obiettivi di aggiustamento strutturale”, come prevedono i trattati, è certo che i negoziati proseguono perché qualche correzione è ritenuta necessaria.