In vista del referendum continua la campagna acquisti dei democratici: ora è il turno di Carlo Caputo, ex seguace di Raffaele Lombardo nonché ex nemico dell'attuale sindaco di Catania. Ma il circolo Pd del comune etneo non ci sta: "Non procederemo alla sua iscrizione, non rilasceremo alcuna tessera, né assentiremo ad eventuali sotterfugi di iscrizione on line"
Il 4 dicembre si avvicina e più passano i giorni più in Sicilia i supporter della riforma costituzionale provano a fare proseliti. Dopo le decine di deputati regionali e amministratori locali, famosi per la loro militanza alla corte di Cuffaro e Lombardo, fulminati sulla via della Leopolda grazie allo scouting del sottosegretario Davide Faraone, adesso tocca ad un altro renziano di stretta osservanza allargare il proprio parterre di fedelissimi. Il sindaco di Catania, Enzo Bianco, infatti, ha annunciato soddisfatto l’ingresso nella sua corrente interna ai dem, i Liberal Pd, di Carlo Caputo, sindaco di Belpasso, comune di trentamila abitanti nella provincia etnea.
“Sono molto soddisfatto che Carlo Caputo, insieme alle persone che fanno politica con lui, amministratori locali, giovani, donne, professionisti, abbia aderito ai Liberal Pd. Carlo è un amministratore attento e con un approccio politico moderno e pragmatico. I Liberal Pd, con la battaglia per l’innovazione, lo sviluppo, l’efficienza della pubblica amministrazione, il merito, sono impegnati ventre a terra per il Sì al referendum e per dare un contributo concreto di idee e progetti”, ha detto l’ex ministro dell’Interno commentando l’ultimo acquisto della sua corrente. Sottotesto: l’arrivo del sindaco di Belpasso e dei suoi servirà soprattutto a dare una spinta al fronte renziano in una terra, la Sicilia, che è fondamentale per l’eventuale successo del Sì al referendum costituzionale. Piccolo problema: Caputo è diventato sindaco di Belpasso nel 2013, candidandosi contro il Partito democratico.
Per sua stessa ammissione, poi, in tasca ha avuto soltanto una tessera di partito: quella del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo. In più i democratici della città etnea non sapevano nulla della sua adesione alla corrente di Bianco: è per questo motivo che sono scesi sul piede di guerra. “Tutto ciò ci coglie di sorpresa, sia perché al nostro circolo non risulta nulla, ma soprattutto alla luce dei trascorsi politici del sindaco di Belpasso e degli attacchi più volte sferrati da Carlo Caputo ad Enzo Bianco”, dice Nunzio Distefano, segretario dem cittadino. “Siamo all’opposizione della giunta Caputo – continua – ed è evidente che non possiamo mettere una pietra sopra a tutto ciò, perché sarebbe tradire i militanti e la volontà popolare: i Liberal Pd dovranno pertanto fare a meno dell’apporto organico di Carlo Caputo perché il circolo di Belpasso non procederà alla sua iscrizione, non rilascerà alcuna tessera, né assentirà ad eventuali sotterfugi di iscrizione on line”.
Parole non proprio concilianti quelle dei dem belpassesi nei confronti di quello che si candida a essere loro nuovo compagno di partito. Il quale, però, non sembra curarsene più di tanto. “Io – dice il primo cittadino – per il momento non voglio prendere la tessera del Pd, mi sono solo iscritto all’associazione di Bianco, che da alcuni mesi è diventato mio amico. Il circolo Pd della mia città? Non voglio averci alcun dialogo, non sono e non sarò mai del loro Pd”. E da quale altro Pd è allora attratto il sindaco Caputo? “Guardi, io ho votato Renzi alle primarie due volte, anche se allora facevo parte di una giunta di centrodestra. Sei mesi fa ho fondato un comitato per il Sì al referendum: sono favorevole a questa riforma come lo ero a quella del 2005, quella fatta dal governo Berlusconi, che era quasi identica. Quindi, in una fase simile, è ovvio che mi trovo bene tra i Liberal Pd: per l’adesione al partito, si vedrà”. D’altra parte, scorrendo velocemente gli elenchi dei renziani dell’ultimissima ora, si può ormai dire che lo sbarco nel Pd di esponenti provenienti dal centrodestra non sia più un’eccezione tutta siciliana alle politiche di tesseramento del partito: al contrario è diventata una vera e propria regola. In vista del referendum, poi, forse è l’unica.