L'azienda californiana ha presentato il nuovo Solar Roof e la seconda generazione di accumulatori Powerwall 2. Insieme, per un grande impianto alimentato da pannelli solari in grado di ricaricare l'auto elettrica ma anche provvedere a tutte le necessità energetiche domestiche. E per Musk arrivano gli utili
E’ un ciclo energetico quasi del tutto indipendente quello messo a punto da Tesla: il costruttore americano aveva già espresso l’intenzione di allargare il suo business e diventare un’azienda fornitrice di soluzioni ecocompatibili integrate. Ora però Elon Musk, numero uno del marchio di Palo Alto (California), entra nel dettaglio della sua green strategy a lungo termine, quella basata sull’energia solare.
Il concetto di base è semplice: le auto elettriche di Tesla (che vuole venderne mezzo milione l’anno a partire dal 2018, contro le 80/90.000 previste per il 2016) saranno ricaricate da una grande batteria domestica da parete, a sua volta alimentata da pannelli fotovoltaici installati sul tetto dell’abitazione; quest’ultima, grazie all’energia solare, potrà quasi isolarsi dalla rete elettrica pubblica, ricorrendovi solo quando necessario, magari nelle fasce orarie in cui l’elettricità costa meno. Anche se in Tesla sono convinti che le suddette tecnologie siano “sufficienti per alimentare un’intera casa con energia rinnovabile al 100%”.
Una “visione” descritta dallo stesso Musk durante la presentazione del nuovo Solar Roof e della seconda generazione degli accumulatori Powerwall 2, tenutasi a Los Angeles: il primo è un nuovo concetto di pannello solare, del tutto simile ad un normale tegolato. Disponibile in 4 versioni diverse per meglio adattarsi ai gusti della clientela, il Solar Roof è stato concepito per sposarsi al meglio con lo stile dell’abitazione e mimetizzarsi con esso.
Gli elementi irradiati sono peraltro protetti da vetro temperato con elementi termici integrati: secondo Musk possono resistere a qualunque condizione meteo e sciogliere la neve che eventualmente vi si depositasse sopra. Nessun dettaglio sui prezzi che però sono stati indicati come competitivi: le ordinazioni sono già aperte, con le prime applicazioni negli USA attese per la prossima estate. Nell’affare fotovoltaico rientra SolarCity, l’azienda produttrice di pannelli solari (indebitata per 3 miliardi di dollari) di cui lo stesso Musk è presidente e che dovrebbe presto essere inglobata da Tesla: un’operazione da 2.6 miliardi di dollari.
La seconda generazione della Powerwall è invece offerta a circa 5.500 dollari: offre una capacità di 14 kWh – il doppio dell’originale – e una potenza di 5 kW (7 nei picchi). Mentre per edifici più grandi possono essere utilizzati più unità insieme. Nel frattempo Tesla, dopo otto trimestri in negativo, è tornata a sorridere anche in borsa, pubblicando un’ultima trimestrale (terminata il 30 settembre scorso) molto positiva, migliore di quella prospettata dagli analisti: l’azienda è tornata a fare utili per quasi 22 milioni di dollari contro le perdite per 229.9 milioni dello stesso periodo 2015. Ciò ha fatto volare il titolo a Wall Street, con rialzi fino al 6%.