Laura Carbone, genovese di 44 anni, si sentiva insoddisfatta: quindi ha deciso di lasciare il lavoro e trasferirsi nell'isola spagnola. "Devi essere consapevole che se fai una scelta di questo tipo non avrai più sicurezze economiche", dice. Ma aggiunge: "Quando ero in Italia, mi svegliavo la mattina e sentivo lo stomaco nelle tonsille. Qui invece ho riscoperto il valore del tempo e della solitudine”
“Avevo una bella casa e un ottimo lavoro, eppure sentivo che mi mancava sempre qualcosa”. Queste parole arrivano direttamente da Fuerteventura, la isla lenta delle Canarie. A pronunciarle è Laura Carbone, 44 anni, nata e cresciuta a Genova. “Dopo il diploma ho iniziato a lavorare come tour operator, ma dopo aver vinto un concorso in banca ho lasciato a malincuore quel posto per un impiego più stabile”, racconta a ilfattoquotidiano.it. Il nuovo stile di vita, però, proprio non le andava giù: “Io e il mio ex marito eravamo sempre insoddisfatti, così abbiamo preso una lunga aspettativa e siamo andati prima a Capo Verde e poi in Brasile”, racconta.
Al ritorno, però, le cose non si erano sistemate: “Abbiamo deciso di separarci e quell’esperienza mi ha permesso di capire che se non sei tu a cambiare radicalmente, il tuo malessere ti segue anche in capo al mondo”, spiega. Laura ammette che in quel periodo non era facile starle accanto: “Seguivo la religione del ‘mugugno genovese’ e mi facevo profezie autodistruttive”, ricorda. A un certo punto, però, decide di rimboccarsi le maniche e di provare a cambiare la sua vita: “Ho fatto uno studio sulle possibilità di lasciare il mio lavoro – racconta -, ho iniziato a risparmiare il più possibile, con l’obiettivo di trasferirmi in Provenza entro cinque anni per gestire un bed&breakfast”.
A volte, però, la vita ci mette lo zampino e scombina tutti i piani: “In quel periodo ho incontrato il mio attuale marito e ho scoperto che anche lui condivideva la mia stessa voglia di cambiamento”, ricorda. Il loro piano B arriva dopo un viaggio a Fuerteventura: “Ci siamo innamorati di quest’isola e al nostro ritorno abbiamo cominciato a fare un conto serio delle nostre disponibilità economiche”, sottolinea. Infatti, come Laura racconta spesso sul suo blog, partire all’arrembaggio può rivelarsi un grave errore: “Nessuno può avere la presunzione di conoscere un luogo nuovo – spiega -, io e il mio compagno siamo partiti da zero, studiando bene lo spagnolo e cercando di risolvere da soli tutte le questioni burocratiche”. Il segreto è la gentilezza: “Se sei educato, riesci a cavartela in ogni situazione – ammette -, ma purtroppo molti italiani che si trasferiscono qui si portano dietro anche la loro arroganza”.
Già, perché negli ultimi anni sono sempre più numerosi i nostri connazionali che decidono di tentare la fortuna nell’isola spagnola: “Appena arrivano comprano casa o, peggio, un’attività – racconta -, s’improvvisano ristoratori senza mai esserlo stati e nel giro di pochi mesi sono costretti a chiudere. In questi tre anni a Fuerteventura ho visto almeno venti persone l’anno rovinarsi in questo modo, buttando via tutti i risparmi di una vita”, ammette.
Come Laura scrive anche nel suo libro, “C.V. – Metodo per Cambiare Vita in modo intelligente”, un taglio drastico non si addice a tutti: “Se sei abituato a ricevere lo stipendio ogni 27 del mese, devi essere ben consapevole che se fai una scelta di questo tipo non avrai più sicurezze economiche”, ricorda. Ma, soldi a parte, la vita in infradito non fa per tutti: “Esiste una categoria di persone che viene a Fuerteventura e può permettersi di non lavorare – spiega -, quando arrivano dicono che vogliono staccare la spina e dimenticarsi dell’Italia, ma spesso dopo tre mesi danno le testate al muro perché sentono la mancanza del loro lavoro”.
Prima di fare le valigie e imbarcarsi in un’avventura di questo tipo, è meglio fermarsi a riflettere: “Tutti sanno quello che non vogliono, ma quanti sanno quello che vogliono? – si chiede Laura -. Ecco, io a queste persone consiglio solo una cosa: non prendete l’aereo finché non siete davvero sicuri di quello che volete”. Lei, invece, nell’isola spagnola ha trovato la sua dimensione ideale: “Quando ero in Italia, mi svegliavo la mattina e sentivo lo stomaco nelle tonsille – ricorda -, qui invece ho riscoperto il valore del tempo e della solitudine”. E ha imparato molti nuovi mestieri: “Mi dedico alla scrittura, alla cucina e gestisco un piccolo appartamento su Airbnb che io e mio marito abbiamo acquistato qui”, racconta. Ogni mattina, però, ha un appuntamento fisso: “Faccio una lunga passeggiata verso il mare e, a seconda delle onde, faccio il bagno o resto semplicemente a guardarlo – spiega -. Non ci si può far niente, è sempre lui che decide”.