Oltre 150 dirigenti che devono ruotare per ridefinire l’assetto della macchina amministrativa del Campidoglio, 3-4 posizioni apicali e delicatissime da decidere (la ragioneria in primis), e tutto che sembra di nuovo ruotare intorno a un solo nome: Raffaele Marra, quello che la deputata M5s Roberta Lombardi ha definito settimane fa il “virus che ha infettato il Movimento 5 stelle”, sta di nuovo monopolizzando le attività del Comune di Roma. Dopo l’inchiesta de l’Espresso in cui si parla dei rapporti del dirigente con l’ingegner Fabrizio Amore, indagato per Mafia Capitale (lui ha smentito e annunciato querela), i malumori interni sono ricominciati. Al punto da portare Beppe Grillo in persona a fare un giro di telefonate fra i consiglieri per tastare il polso della situazione. Che però dovrebbe risolversi in nulla di fatto: salvo sorprese dell’ultimo momento, Marra infatti resterà al suo posto di capo del personale. Perché lì lo vuole la Raggi. A meno che non sia proprio il leader genovese a imporre un suo passo indietro. Ma ciò significherebbe una sorta di commissariamento della sindaca, in direzione diametralmente opposta al “siamo tutti con Virginia” che è la linea sposata pubblicamente nelle ultime settimane. Nelle prossime ore ci sarà la riunione decisiva per sbloccare la rotazione dei dirigenti, attesa per il 31 ottobre scorso e già in ritardo: presenti la Raggi e il suo staff, assessori e consiglieri.
MARRA, ARBITRO E GIOCATORE DELLA PARTITA – È di nuovo una questione di nomine a mandare in tilt la Capitale: stavolta non si tratta di assessori, ma di dirigenti. La giunta è alle prese col riallineamento della macro-struttura, vanno spostati (o confermati) capi e direttori dei vari dipartimenti. In totale sono una trentina circa di uffici, per 196 posizioni complessive di cui 160 da rivedere: alcune devono ruotare per legge (secondo il Piano anticorruzione, nessuno può mantenere un incarico per più di tre anni), su altre la scelta è politica, solo in parte mitigata dal nuovo sistema ad interpelli. A differenza che in passato, i dirigenti possono candidarsi alla posizione che preferiscono, inviando curriculum e lettera motivazionale. Alla fine, però, deciderà sempre la sindaca, e chi le sta vicino. Ovvero quel Raffaele Marra che, in qualità di capo delle risorse umane, è al contempo arbitro e giocatore della partita: spetta (anche) a lui pronunciarsi sulle assegnazioni, benché proprio la sua posizione sia una delle più importanti in ballo. E qui è partito nuovamente il pressing per ridimensionare il potere dell’ex braccio destro di Alemanno, a cui già a settembre era stato revocato l’incarico di vicecapo di gabinetto: c’è chi ora lo vorrebbe in un dipartimento meno pesante (il Commercio, comunque influente, sembrava poter essere una soluzione di compromesso poi sfumata); chi addirittura lontano dal Campidoglio, confinato in uno dei Municipi di periferia. La Raggi però non molla e questo ha determinato l’impasse e lo sforamento del termine del 31 ottobre. Ad oggi il mandato di tutti dirigenti è scaduto e la macchina amministrativa bloccata. Situazione insostenibile che ha portato Beppe Grillo a scendere in campo in prima persona.
GRILLO AL TELEFONO: “CIAO SONO BEPPE” – Da Genova sono partite una serie di telefonate esplorative per capire l’opinione dei consiglieri (non tutti e 29, pare). La notizia, anticipata da Repubblica, è stata confermata a ilfattoquotidiano.it da alcuni dei diretti interessati. “Ciao, sono Beppe”: nessuna segretaria ad anticipare il colloquio, dall’altra parte della cornetta c’era Grillo. Al punto che molti hanno pensato si trattasse di uno scherzo telefonico. Non era mai successo che il leader del Movimento prendesse contatti in prima persona col gruppo dei 5 stelle romani, di fatto bypassando il sindaco e il suo staff. Una mossa coerente con l’intenzione manifestata nel blitz in Campidoglio della scorsa settimana di approfondire “personalmente” il rapporto. Ma stavolta con un obiettivo preciso: con alcuni si è parlato anche di altri temi, ma l’argomento della telefonata (“scherzosa, distesa ma molto diretta”) è stato la rotazione dei dirigenti ed in particolare il ruolo di Marra. Grillo ha chiesto ai membri dell’assemblea capitolina cosa ne pensassero, se avessero avuto modo di lavorarci insieme e come si fossero trovati, se ritenessero opportuna o meno una sua ricollocazione. E qui i giudizi sono stati eterogenei: non tutti hanno espresso un’opinione negativa. Ad esempio alcuni componenti della Commissione Personale e Sport (quella a più stretto contatto con l’ufficio di Marra) hanno detto di essere soddisfatti del suo operato. Meno conciliante, invece, pare essere il parere dell’ala più “integralista” che risponde al capogruppo Paolo Ferrara e al presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito. Anche se in Campidoglio l’impressione è che ad essere sul piede di guerra siano soprattutto i rappresentanti nazionali del Movimento, che in Marra vedono uno dei simboli del potere della Raggi. Insomma, un rebus complesso da risolvere. Non a caso presto Grillo potrebbe tornare nella Capitale, per un altro incontro con consiglieri e staff del sindaco per “fare squadra”: forse già nelle prossime due settimane, visto che il primo non sembra esser stato sufficiente.
L’INCONTRO DECISIVO – Intanto stasera 2 novembre ci sarà la riunione decisiva per la rotazione dei dirigenti: presenti la Raggi e il suo staff, assessori e consiglieri. In Comune sanno di essere già in ritardo: i giochi dovevano essere fatti entro il 31 ottobre, non si può aspettare ancora. Il termine è stato sforato un po’ per il nuovo sistema ad interpelli (la fase di candidature si è chiusa solo la settimana scorsa, impensabile riuscire a farcela entro fine mese), ma soprattutto per divergenze interne. L’incontro odierno, il secondo sul tema, dovrà essere quello risolutivo: servirà per fare il punto, includere i consiglieri nella scelta, cercare quella “condivisione” chiesta anche da Grillo. Fermo restando, però, che “la decisione finale sulle nomine resta una prerogativa del sindaco”, ribadiscono dal Campidoglio. L’obiettivo è portare nella prossima giunta le ordinanze. Fuori procedura ci sono anche le nomine di Paolo Mileti come segretario generale (si sta liberando dal precedente incarico a Genova, il suo arrivo è previsto a giorni), mentre in stand-by quella di Luca Uguccioni come capo di gabinetto (dopo le polemiche per i suoi trascorsi a Bologna si valutano alternative). Si parlerà in particolare di 3-4 posizioni chiave, tra cui quella di ragioniere generale (di nuovo possibile la proroga di Stefano Fermante, come auspicato da alcuni consiglieri vista la delicata fase di stesura del bilancio previsionale. Ma soprattutto si parlerà ancora di Raffaele Marra. Un’altra volta, con la sensazione che non sarà l’ultima.