Oggi vorrei raccontare la storia di un’altra social street, nata poco dopo la prima di Via Fondazza a Bologna, è la social street Corso San Gottardo, via Meda e dintorni a Milano. Uno dei fondatori si chiama Fabio Calarco, ingegnere delle Telecomunicazioni, proprietario di un’agenzia di comunicazione digitale, di origini calabresi che vive nel quartiere milanese da otto anni. “Ho sempre vissuto di relazioni”, ci racconta Fabio, “probabilmente avrei aperto comunque la social street ma quando ho letto dell’esperienza di via Fondazza a Bologna ho avuto la spinta necessaria”.
Fabio è una persona “social”, lo conosco da tempo, ha sempre avuto una propria rete di relazioni ma la social street per lui è stata qualcosa di eccezionale ed unico. “Devo dire che la cosa più bella è che grazie a questo gruppo adesso sono nate vere e proprie amicizie”. Fabio ci racconta che la sua testimone di nozze è stata Martina, una sua vicina di casa conosciuta grazie al gruppo Facebook. “Martina è una persona eccezionale, pensa che dopo nemmeno due mesi che la conoscevo quando ho avuto bisogno di un’auto non ha esitato a prestarmela! Milano non è poi così ‘fredda’ come alcuni pensano!”.
Il gruppo fondato da Fabio oggi conta oltre 4750 persone, ma non sono i numeri a fare la bellezza del suo gruppo, sono i post che si possono leggere, sono le idee, sono le persone. Partiti inizialmente con due gruppi distinti, dei residenti di Corso San Gottardo, e dei vicini di via Meda, oggi la social street si estende da Piazza XXIV maggio fino a Piazzale Abbiategrasso, una zona questa, abitata soprattutto da extra comunitari e proprio nello spirito social street dell’inclusione, Fabio e gli altri hanno pensato a come rendere sempre più inclusiva la Social Street annullando tutte le differenze e mettendo tutti sotto lo stesso tetto dei “vicini di casa”.
Qualche domenica fa un’iniziativa che è andata in questo senso è stata la pulizia di una zona della strada. L’idea era quella di ritrovarsi come di solito fanno, non solo per un social aperitivo o pranzo, ma anche per fare qualcosa di costruttivo insieme, in questo caso la pulizia come momento di incontro e socialità, non pulizia fine a se stessa. La parte più bella, racconta Fabio, è stato vedere un nostro vicino Abdullah, che appena ci ha visto ha chiesto spontaneamente gli strumenti per aiutare a pulire la strada.
Una delle altre iniziative sempre con lo spirito della gratuità e socialità, è #AdottaUnVicino. E’ stata lanciata l’idea di mettere insieme chi avesse del tempo a disposizione, da dedicare ad altri vicini senza ricevere necessariamente niente in cambio, per aiutare chi avesse bisogno. L’appello è stato un successo racconta Fabio, oltre 50 volontari hanno dato la propria disponibilità, chi semplicemente per fare due chiacchiere con persone sole, chi ha messo a disposizione le proprie competenze come una ragazza esperta di digitale che sta aiutando una vicina che vuole imparare ad usare i social network. Come fare ad entrare in contatto con le situazioni di difficoltà della strada? Essenzialmente con il passaparola racconta Fabio, “alcune persone ci segnalano in privato alcune situazioni di disagio o situazioni problematiche e nel limite del possibile ci adoperiamo”. A volte basta davvero poco come racconta questo post nel gruppo dei residenti di Corso San Gottardo, Via Meda e dintorni e che rappresenta bene l’essenza dello spirito social street.
La solidarietà fra i vicini non è mai mancata, nemmeno quando qualche mese c’è stata un’esplosione in un palazzo di via Brioschi. Basta scorrere i post nel gruppo per vedere quanta empatia si è sviluppata con i vicini di casa in difficoltà che hanno ricevuto ogni tipo di aiuto. Una di queste persone, che è stata ferita nell’esplosione, è stata aiutata dalla social street ad arredare la casa assegnatagli dal Comune di Milano “ogni pezzo di questa casa è un pezzo della social street” racconta la signora.
E’ questo spirito di comunità ed appartenenza che rende Fabio e i suoi vicini molto felici di come stia crescendo ed evolvendosi la social street.