Ci sono i primi nomi iscritti nel registro degli indagati della Procura di Lecco nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del cavalcavia di Annone che ha causato un morto e diversi feriti il 28 ottobre. Quel giorno non fu chiuso al traffico un ponte, che lungo la strada provinciale 49 collega Annone Brianza a Cesana Brianza dal quale si stavano staccando calcinacci. Omicidio colposo e disastro colposo i reati ipotizzati
Ci sono i primi nomi iscritti nel registro degli indagati della Procura di Lecco nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del cavalcavia di Annone che ha causato un morto e diversi feriti il 28 ottobre. Tre avvisi di garanzia sono stati notificati ad altrettanti ingegneri, due della Provincia e uno dell’Anas. Quel giorno non fu chiuso al traffico un ponte, che lungo la strada provinciale 49 collega Annone Brianza a Cesana Brianza (provincia di Lecco), dal quale si stavano staccando calcinacci.
Con la prima ricostruzione era stato ipotizzato che la struttura non avesse retto il peso di un tir che stava viaggiando con un trasporto eccezionale, un carico di bobine d’acciaio. Il camion era precipitato insieme alla campata centrale del cavalcavia, che si è staccata in blocco, addosso alla strada statale 36 che collega Milano a Lecco e per lunghi tratti costeggia il lago di Como. Quattro auto erano state state schiacciate da tir e cemento: a bordo di una di queste si trovava Claudio Bertini, che abitava a Civate, poco distante da Annone.
L’inchiesta, condotta dal procuratore di Lecco, Antonio Chiappani, e dal pm Nicola Preteroti, ipotizza i reati di omicidio colposo e disastro colposo. Dei tre ingegneri, uno, quello dell’Anas, è responsabile della manutenzione del cavalcavia. Gli inquirenti voglino accertare se vi sia stata una mancanza di coordinamento tra i tecnici provinciali e quelli dell’Anas. Subito dopo il crollo si scatenò un rimpallo di responsabilità tra Anas e Provincia. Quel giorno, infatti, un primo allarme si era verificato intorno alle 14 per la presenza di calcinacci lungo la Statale 36 dello Spluga, provenienti dal cavalcavia sulla Provinciale 49. I tecnici dell’Anas avevano contattato quelli della Provincia ma nessuno, tra il personale dei due enti, aveva disposto la chiusura.
Gli indagati sono Angelo Valsecchi, 50 anni di Lecco, dipendente dell’amministrazione provinciale (dirigente viabilità e infrastrutture); Andrea Sesana, ingegnere 35 anni di Oggiono, responsabile del servizio concessioni e reti stradali; e Giovanni Salvatore, ingegnere di 56 anni, dipendente dell’Anas. Non è escluso che nelle prossime ore altre persone possano essere chiamate in causa.
Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha nominato una commissione d’inchiesta i cui membri proprio hanno acquisito tutta la documentazione utile all’espletamento delle indagini come ha spiegato in aula alla Camera il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba, rispondendo a un’interpellanza urgente di Diego De Lorenzis (M5s). Contestualmente, ha aggiunto Bobba, “è stato chiesto alla medesima Anas di condurre una verifica su tutti i cavalcavia insistenti sull’intero tracciato dalla SS36 i quali potrebbero, in quanto sottoposti alle medesime condizioni climatiche, costruiti con gli stessi materiali dalla stessa impresa, essere interessati da problematiche analoghe a quelle del cavalcavia oggetto del drammatico incidente”.