"L'alternativa era entrare nel gruppo di Kakà, che aveva un po' di cose di chiesa in spogliatoio", racconta l'attaccante in un'intervista a Fox Sports. Sono diversi i retroscena curiosi del suo arrivo a Milanello, dal rapporto con Ancelotti alla storia d'amore con Barbara Berlusconi
“Ronaldo mi chiese se volessi entrare nel suo gruppo, mostrandomi una rivista di Playboy“. Alexandre Pato racconta così il suo arrivo nello spogliatoio del Milan. Era l’estate 2007 e il talento brasiliano, ora al Villareal, stava conoscendo per la prima volta i suoi nuovi compagni di squadra, che fino a quel momento erano per lui “giocatori che usavo solo alla PlayStation“. “Quando sono arrivato al Milan ho incontrato tanti calciatori fortissimi – rivela Pato in un’intervista a Fox Sports in onda venerdì sera alle 22.30 – in spogliatoio ero seduto tra Maldini e Ronaldo, di fronte avevo Kakà. Ricordo che Ronaldo mi chiese se volessi entrare nel suo gruppo, facendomi vedere un giornale di Playboy, oppure nel gruppo di Kakà, che aveva un po’ cose di chiesa in spogliatoio”.
Curiosi retroscena del suo arrivo a Milano, che non riguardano solo i compagni di squadra, ma anche l’incontro con il tecnico Carlo Ancelotti: “Quando ho sostenuto le visite mediche ho fatto anche il test per gli occhi, ma con la mano destra ho premuto talmente tanto da non vederci più bene. Il medico mi mise delle gocce di collirio, che hanno solo peggiorato la situazione. Quando sono arrivato a Milanello avevo gli occhi chiusi e non riuscivo a vederci più niente, proprio nel momento in cui dovevo presentarmi ad Ancelotti e poi ai giocatori. Il mister è stato importantissimo per quello che sono diventato nel mondo del calcio. Quando ero al Milan ero piccolino ed è stato come un papà per me. Il primo giorno mi disse di fare quello che sapevo fare, ovvero giocare a calcio”.
Pato parla anche della sua storia d’amore con Barbara Berlusconi: “I giornali hanno scritto tante cose, però io non ho mai lasciato che la vita privata potesse entrare in campo con me. Ho sempre dato la mia vita per il club, difeso i miei compagni, dato il meglio per i miei compagni”.