Nabil Salameh, e Michele Lobaccaro, sono il nucleo pulsante dei Radiodervish. Una band che nasce sul finire degli anni 80 e che a oggi non smette di produrre dischi di incomparabile bellezza. Hanno suonato A Parma (evento sostenuto da Fare Bis Fare e inserito all’interno della decima edizione de Il Rumore del Lutto) martedì primo novembre incantando la platea di un locale gremito nelle sue parti. 

Li abbiamo incontrati.

Vi siete esibiti all’interno di una rassegna molto particolare che si chiama Il Rumore del Lutto. Che cosa ne pensate?
Abbiamo realizzato un concerto intimo che abbiamo voluto intitolare Lontano, come una nostra canzone nata dall’emozione provata dalla perdita di persone a noi care. Il tema della morte ha una grande energia che ti investe se solo ti soffermi a considerarla, superando il tabù che purtroppo l’avvolge nella nostra società. La fine della vita ti proietta in una dimensione infinita e assoluta che costituisce una grande fonte di ispirazione per la nostra musica.

Il successo che avete conquistato evidenzia una parabola artistica che non sembra aver raggiunto ancora il suo apice. Chi sono e cosa rappresentano oggi i Radiodervish all’interno del panorama musicale internazionale?
Non sapremmo come collocarci in un panorama internazionale anche perché sfuggiamo abbastanza alle categorie con cui fino a oggi viene abitualmente classificata la musica. A noi piace al momento definirci come cantautori mediterranei.

Le collaborazioni in musica oltre a nutrire un concetto a voi caro (la condivisione), hanno alimentato un percorso nel quale ad essere evidenziata è la coerenza. A chi vi sentite di dover dire grazie?
Dobbiamo ringraziare tutti i musicisti, e non, che abbiamo incontrato. Abbiamo avuto modo, in ogni incontro, di prendere un frutto o un seme che abbiamo visto germogliare anche a distanza di anni.

La spiritualità è il tema della decima edizione de Il Rumore del Lutto, se doveste in poche parole descriverne il significato a cosa attingereste?
La spiritualità è quell’atteggiamento che ti permette di non ridurre tutto a un’esistenza banale, ti consente di intravvedere mondi e possibilità oltre i limiti.

Di questi tempi occorre ricordare alle persone che la spiritualità non è strettamente connessa al sacro ma nemmeno così… sconnessa! Siete d’accordo?
Penso che sia una dimensione connaturata con l’essere umano, lo attraversa e va oltre le particolari religioni. Raggiungere questa consapevolezza ti permette di affrontare con rispetto qualsiasi appartenenza senza cadere nel fondamentalismo e nemmeno nel sincretismo.

Siamo ai saluti. Il format di questo blog prevede, a corredo degli scritti, una playlist di 9 canzoni. Gli artisti che negli anni sono passati di qui hanno lasciato con piacere “un proprio testamento musicale”. Avreste voglia di lasciare ai lettori il vostro? Immaginatelo come un disco, formato da 4 canzoni sul lato A e cinque sul lato B.
Eccole!

9 canzoni 9 … consigliate dai Radiodervish

Lato A

Sama Cordoba • Le Trio Joubran

Dijn • Mashrou’ Leila –  

Beni Beni • Niyaz

Ya Khi • Makadi Nahhas

Lato B

Semdad Ehglalan • Tineriwen 

Si Dolce è il Tormento • Monteverdi

Jamais Deux Sans Toi • Stephane Delicq

La Sua Figura • Giuni Russo

I Know it’s Over • The Smiths

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