Ventiquattro cortometraggi in concorso provenienti da 15 paesi. Tre categorie: animazione, fiction e documentario. Dibattiti con la partecipazione del pubblico e ingresso gratuito per l’intera manifestazione. Sono questi gli ingredienti del Souq Film Festival 2016, la rassegna cinematografica promossa dalla Casa della Carità, che si svolgerà il 4/5/6 novembre presso il Chiostro “Nina Vinchi” del Piccolo Teatro Grassi di via Rovello a Milano.

Il tema centrale è quello dell’immigrazione, ancora una volta di strettissima attualità. Obiettivo è quello di superare vecchi paradigmi che considerano la povertà, la sofferenza e il disagio sociale come emergenze da contenere. E’ importante, al contrario, affrontare questi argomenti con slancio e creatività, per trasformarli in opportunità di sviluppo e in nuove risorse che possano migliorare la vita di tutti. “Solo cambiando orizzonte e affrontando questi fenomeni in ottica culturale, riusciremo a sottrarli alla speculazione e alla indifferenza”. Ne è convinto don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità.

L’immigrazione appunto. Delia De Fazio, direttrice artistica del festival, spiega che entrambi i lungometraggi, che saranno presentati fuori concorso e proposti al pubblico milanese sono incentrati su storie di migranti. They Will Have to kill Us First di Johanna Schwartz narra la fuga e l’esilio di alcuni musicisti del Mali in seguito all’occupazione del paese da parte di una fazione di estremisti islamici e della conseguente imposizione di una forma intransigente della legge della Sharia che prevede anche il bando della musica e di ogni tipo di intrattenimento.

Shu Aiello e Catherine Catella presentano invece Un paese di Calabria che racconta la vita di un gruppo di profughi approdati nel piccolo borgo di Riace. Ma non è una storia come tutte le altre. Anzi benché si tratti di un documentario, per l’esito inaspettato che prende la vicenda, il film assume alcuni tratti dei ben più riusciti film di fiction in circolazione. Grazie alla politica illuminata del sindaco del paese e all’ospitalità dei suoi abitanti, infatti, questi uomini, donne e bambini riescono ad integrarsi, contribuendo anche alla rinascita della comunità che sembrava destinata all’estinzione. Dall’Africa alla Locride, due storie da guardare e su cui riflettere.

Gli altri temi del Festival saranno la guerra (con film ambientati in Siria e Kosovo), i diritti dei detenuti e il loro difficile reinserimento nella società dopo la scarcerazione. E ancora film sulle donne, sui loro problemi e sulle loro scelte. Infine i bambini, ancora protagonisti come nella edizione dello scorso anno.

Il Souq Film Festival punta a celebrare la ricchezza della diversità, valorizzando una cultura di comprensione reciproca, inclusione e coesione sociale. In passato si è sempre sottolineato l’importanza della cultura come mezzo per creare ponti tra diversi popoli apparentemente distanti. Ma questo non basta più. Oggi è arrivato il momento di intendere l’accoglienza come una scelta consapevole e concreta. E questo tipo di manifestazioni sono in grado di raccogliere la sfida che l’attuale momento storico ci impone. E’ necessario dunque fare in modo che dalle differenze delle culture si approdi alla cultura delle differenze.

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