“Hillary Clinton ha voluto la guerra in Libia“. A tre giorni dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, prende la parola Julian Assange. E per farlo sceglie un network vicino alla Russia. “Barack Obama all’inizio si è opposto – ha detto il fondatore di Wikileaks in un’intervista trasmessa da Russia Today, braccio mediatico del Cremlino in Occidente – e chi è stato a sponsorizzarla? Hillary Clinton. E lo si può vedere chiaramente nelle sue email“. Secondo Assange, la Clinton era interessata alla guerra in Libia non tanto per il petrolio “a buon mercato” ma perché avrebbe sfruttato il conflitto “nella sua corsa alla presidenza”, il cui esito, per il boss di Wikileaks, è scontato.”Trump – dice Assange nell’intervista- non vincerà. Perché ha contro di lui tutto l’establishment, forse con l’eccezione degli Evangelici, se si possono chiamare establishment. Mentre dietro la Clinton ci sono le banche, l’intelligence, le aziende di armi, i quattrini stranieri”.
Assange risponde anche alle accuse di aver ottenuto da Mosca le mail della Clinton pubblicate da Wikileaks: “Hillary Clinton ha dichiarato che 17 agenzie d’intelligence Usa hanno individuato nella Russia la fonte delle nostre pubblicazioni. Ma è falso. Il governo russo non è la nostre fonte. Wikileaks ha pubblicato materiale per 10 anni. In 10 anni abbiamo pubblicato 10 milioni di documenti, da diverse migliaia di fonti. E non abbiamo mai sbagliato”. Tra questi “800mila documenti di vario genere” sono legati alla Russia e che la maggior parte sono “critici nei suoi confronti”.
E sempre a causa di email, l’Fbi ha riaperto l’inchiesta sul cosiddetto “Email-gate” che ha messo nell’occhio del ciclone la candidata alla Casa Bianca. Il patron di Wikileaks ha commentato questa vicenda, evidenziando che “la resistenza della Clinton alle indagini del Bureau, ha fatto arrabbiare l’agenzia perché è stata fatta sembrare debole”. Questo avrebbe incrinato i rapporti fra la candidata e quella che definisce nell’intervista una vera e propria “polizia politica dell’America” che non ha risparmiato neanche lui che si è dichiarato “prigioniero politico dell’Occidente”.
“Si dice costantemente che io sono stato incriminato senza mai dire che sono già stato scagionato” ha detto Assange ai microfoni di RT, entrando nel merito della sua esperienza di prigioniero all’ambasciata ecuadoriana a Londra, dove si trova dal 2012. “Non si dice che le ragazze [che mi hanno accusato di stupro] hanno dichiarato che la polizia si è inventata tutto, si evita di dire che l’Onu ha bollato tutta la faccenda come illegale e che l’Ecuador, attraverso i suoi gradi di processo formale, ha deciso che io sono in effetti perseguitato politicamente dagli Stati Uniti”.
Ha poi concluso l’intervista con l’emittente televisiva parlando della politica estera della Clinton: “bisogna comprendere i rapporti tra lei e Riad“. “Le mail hanno rivelano che con la Clinton segretario di Stato è stato siglato il più grande contratto di vendita di armi con l’Arabia Saudita, pari a 80 miliardi di dollari”. “Con lei – ha sottolineato Assange – le esportazioni di armi Usa sono raddoppiate in termini di valore in dollari”.