"In paesi dove gli uomini rimangono a casa con figli i dati dell'occupazione femminile sono migliori. Ma c'è una battaglia culturale da combattere nel nostro paese". Poletti: "Bisogna vedere se è sostenibile economicamente"
“E’ necessario portare il congedo obbligatorio di paternità entro il primo mese di vita del figlio fino a quindici giorni”. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, intervenendo stamani all’evento Elle Active in corso a Milano. “Nei primi sei mesi del 2016, da quando cioè è stato introdotto il secondo giorno per il congedo di paternità, abbiamo avuto gli stessi numeri di tutto il 2015” ha ricordato Boeri, dicendosi d’accordo con la proposta di congedo di paternità obbligatorio che porterebbe l’Italia ai livelli di altri paesi. Come la Danimarca “dove lo stipendio aumenta – ha spiegato il presidente dell’Inps. Mentre una lavoratrice italiana con un figlio è penalizzata nello stipendio del 15% in media. E i dati occupazionali scendono dal 65% al 50% per chi ha un figlio e al 30% per le donne che ne hanno più di uno”.
Questi dati mostrano che le donne con figli vengono percepite come un costo. Per Boeri se la proposta passasse si “ridurrebbero le asimmetrie” di genere perché “la penalizzazione delle donne non è un fatto inevitabile”. Ma c’è una battaglia culturale da affrontare, in quanto: “è ancora diffusa la percezione – fa notare Boeri – che le madri che lavorano siano cattive madri, ma non è così. Il risultato: solo 4 padri su 100 prendono congedi facoltativi”. E così si è creato e alimenta un “circolo vizioso” che fa gravare tutto sulla donna, mentre “il potere contrattuale resta agli uomini”.
La soluzione per rompere questo stato di cose è “lavorare sugli incentivi – ha affermato il presidente dell’Inps -, ma in Italia gli incentivi non bastano. Servono choc che siano capaci di rompere un equilibrio consolidato. Poi si spera che diventino un meccanismo”. Per sostenere la proposta, Boeri è tornato sugli studi condotti in paesi in cui è stato introdotto il congedo di paternità obbligatoria che “hanno dimostrato quanto la presenza del padre aiuti lo sviluppo cognitivo dei figli e ne migliora il rapporto”. Per questo, chiosa Boeri, “quando si parla di queste proposte non si deve solo pensare al lavoro delle donne ma anche al benessere dei figli”.
Giuliano Poletti, ministro del Welfare, fa sapere a margine della Leopolda che la proposta di Tito Boeri “sarà naturalmente presa in considerazione: ma bisognerà vedere la sostenibilità dei costi”. Aggiungendo che “c’ è una proposta in Parlamento”. Il riferimento è all’emendamento presentato dalla deputata Pd Titti Di Salvo, vicepresidente della commissione di controllo sugli enti di previdenza, prima firmataria di una proposta di legge per le “misure a sostegno della condivisione della responsabilità genitoriale”. La deputata ha fatto sapere che questo è un primo passo di un percorso “graduale verso i 15 giorni. Che comincia con un emendamento alla legge di bilancio per portare il congedo di paternità a 5 giorni” e stimando la copertura a 50 milioni.