Partendo dai 97 milioni inseriti (e poi stralciati) dall'esecutivo a garanzia del funzionamento della manifestazione che si terrà nel 2022 sul campo della famiglia Biagiotti, si scopre che nel dettaglio delle tabelle previsionali del ministero dell’Economia, una piccola nota di appena quattro righe prevede la “variazione di 5,4 milioni dal 2017 al 2027 per lo svolgimento della Ryder Cup". Non una copertura, quindi, ma soldi veri che andranno a finire nelle casse della FederGolf: l'edizione italiana sarà la più costosa di sempre
“Non c’è che dire, l’hanno imboscato per bene”. Il commento è di uno dei tecnici di Montecitorio e descrive come meglio non potrebbe lo stanziamento da 60 milioni di euro di contributi pubblici che il governo ha inserito nella legge di Bilancio per l’organizzazione della Ryder Cup 2022. Attenzione: questa volta non si tratta di una garanzia, come i 97 milioni poi stralciati su indicazione del presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia. I 59,4 milioni sono soldi veri, presenti in un codicillo nascosto a dovere all’interno della finanziaria, nel calderone dei fondi destinati a “Giovani e sport”. Ma nel dettaglio delle tabelle previsionali del Ministero dell’Economia, una piccola nota di appena quattro righe prevede la “variazione di 5,4 milioni dal 2017 al 2027 per lo svolgimento della Ryder Cup“. Tradotto: il governo Renzi ha sborsato quasi 60 milioni per il torneo di golf più importante al mondo, che Roma ospiterà nel 2022 al Marco Simone Golf & Country Club di proprietà della famiglia Biagiotti.
A beneficiare della ricca prebenda è la Federazione Italiana Golf del quasi ottuagenario presidente Franco Chimenti (appena rieletto per il suo quinto mandato), che è anche il numero uno della Coni Servizi, società partecipata al 100% dal ministero del Tesoro e cassaforte di tutto lo sport italiano. Già dal prossimo anno, quindi, la FIG potrà utilizzare l’obolo di Stato per rendere assai ghiotto il montepremi dell’Open d’Italia di golf (da 1,7 a 7 milioni), una delle clausole propedeutiche all’assegnazione della Ryder Cup. Tanti, tantissimi soldi pubblici, specie se paragonati ad altri stanziamenti. Anche per i Mondiali di sci di Cortina, ad esempio, sono previsti 91 milioni di euro, ma per costruire strade e impianti sciistici. Nel caso del golf, invece, a guadagnarci saranno i campioni (già milionari), chi ospiterà il torneo (nel 2017 si sposterà da Torino all’Olgiata Golf club a Roma) e soprattutto la FederGolf. Mentre la Ryder Cup italiana del 2022 diventerà l’edizione più cara di sempre: complessivamente il conto delle risorse stanziate direttamente o indirettamente (la garanzia statale) a favore del torneo supera i 150 milioni di euro. Più di quanto il governo investirà per la ristrutturazione di palestre e campi sportivi di tutto il Paese nei prossimi tre anni.
STRALCIATA LA GARANZIA, MA C’È DI MEGLIO – Dopo le polemiche sull’inserimento in Stabilità della garanzia da 97 milioni di euro, il governo è stato costretto a stralciare lo stanziamento. Ma solo per ragioni tecniche, come spiegato dal presidente della Commissione bilancio, Francesco Boccia. “Senza entrare nel merito del provvedimento, è incompatibile con l’impostazione della nuova legge di bilancio”. Il motivo? Dopo la riforma non è più possibile inserire misure localistiche, microsettoriali o neutre dal punto di vista dell’impatto economico. Non si sa se la garanzia alla fine inciderà o meno sulle casse dello Stato, ma per il deputato dem non c’è dubbio sul fatto che “la Ryder Cup sia una manifestazione settoriale”. Quindi “per ragioni di trasparenza” non può stare nella legge di bilancio. Poco male: dopo un primo allarme, dalle istituzioni sono immediatamente arrivate rassicurazioni per l’evento. “Le risorse restano”. Verranno recuperate o con un decreto ad hoc, o con un emendamento ad un provvedimento successivo (l’occasione giusta potrebbe essere il Milleproroghe). Infatti il presidente Chimenti ha commentato: “Nessun problema. Anche perché non si tratta di fondi ma solo di garanzie”. Adesso, però, si scopre che le cose non stanno proprio così: il finanziamento pubblico c’è ma non si vede.
IL “TESORO” NASCOSTO – Già il famoso comma 11 (quello poi stralciato) lo faceva intuire, parlando di garanzia “relativamente alla parte non coperta dai contributi dello Stato”, lasciando intendere l’esistenza di fondi pubblici. A fugare ogni dubbio è la relazione tecnica, che specifica che questo contributo statale è “introdotto con la seconda sezione del presente disegno di legge”. Sì, ma dove? Per scovarlo bisogna andare nelle tabelle degli stati di previsione del ministero dell’Economia. E scoprire, grazie ad una piccola nota a piè di pagina di quattro righe (la n. 1896) che il tradizionale fondo destinato al Coni per il finanziamento delle Federazioni sportive stavolta “comprende la variazione di 5,4 milioni dal 2017 al 2027 per lo svolgimento della Ryder Cup”. In totale fanno 59,4 milioni: ilfattoquotidiano.it ne ha avuto conferma direttamente dagli uffici della Commissione Bilancio. Dove sono caduti dalle nuvole quando hanno scoperto della sua esistenza: nessuno ne sapeva nulla. Persino i tecnici hanno faticato molto a rintracciarlo.
CONTO DA 150 MILIONI – Con questa scoperta viene meno il principale argomento (“sono solo coperture”) a difesa dei finanziamenti straordinari alla Federazione golf, in un momento di austerity per tutto il Paese e anche per il mondo dello sport italiano: Matteo Renzi ha sbandierato il programma “Sport e periferie”, che prevede interventi su 180 campi nella Penisola, ma il valore complessivo del piano non supera i 100 milioni di euro nel triennio (a fronte di un fabbisogno di oltre un miliardo). Mentre alla Federazione Golf ne andranno ben di più. D’altra parte, non è un mistero che ospitare la Ryder Cup, terzo evento sportivo per copertura mediatica dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio, sia un onore da pagare a caro prezzo. Ma mai quanto per l’Italia: basti pensare che la Francia (termine di confronto a noi più vicino: è un altro Paese esterno al Regno Unito, senza grande tradizione golfistica) per l’edizione che ospiterà nel 2018 ha previsto un budget di circa 40 milioni di euro. Il Galles, che nel 2010 ha sottoscritto clausole di incremento del montepremi del torneo nazionale simile alle nostre, si era spinto fino a circa 60 milioni.
L’edizione italiana supererà abbondantemente queste cifre: anche se non ci sono numeri ufficiali – la Federazione non ha voluto rilasciarle – il costo complessivo dovrebbe aggirarsi sui 120 milioni, di cui la metà da fondi pubblici. E il fatto che la garanzia fornita dal governo sia “fino a un massimo di 97 milioni” lascia intendere che il conto potrebbe anche lievitare. A parere della stessa FIG, “l’escussione della garanzia è da ritenersi a basso rischio”, ma non nullo: il comitato promotore conta di disporre di contributi straordinari dal Coni e sponsor; i contratti, però, devono essere ancora tutti sottoscritti, così come “l’aumento dei ricavi federali” al momento è solo teorico. Per questo sarà meglio recuperare al più presto la garanzia stralciata dalla manovra. Intanto dal governo arrivano 60 milioni, con somma soddisfazione di Franco Chimenti e del comitato organizzatore che dovrà gestire tutti quei soldi. Chi ne fa parte? Qualche nome: al fianco del presidente Gian Paolo Montali (storico ct della nazionale di volley, consigliere di amministrazione della Juventus e direttore generale della Roma), ci sono Giampaolo Letta (figlio di Gianni e cugino di Enrico, amministratore delegato di Medusa Film del gruppo Mediaset), Stella Coppi (moglie di Franco Frattini), Evelina Christillin (manager di casa Agnelli da poco entrata nella Fifa sponsorizzata da Carlo Tavecchio), Luigi Gubitosi (ex dg della Rai), Guido Barilla (presidente dell’azienda di famiglia, fan dichiarato del premier Matteo Renzi) e Francesco Soro (capo di gabinetto di Malagò al Coni). Loro la Ryder Cup l’hanno già vinta.
Twitter: @pierlugici e @lVendemiale