L’Europa investe risorse nel sistema dell’istruzione superiore, l’Italia no. E nel nostro Paese il difficile ingresso nel mondo del lavoro spinge sempre più giovani ad emigrare. In più ci sono sempre meno laureati, più giovani che abbandonano gli studi e più disoccupati anche tra chi ha raggiunto i livelli di istruzione più alti. È questo il quadro dell’Italia che emerge dall’ultimo rapporto sull’istruzione diffuso dalla Commissione europea, dove si traccia in modo evidente la distanza con i risultati ottenuti dalla media degli altri Paesi dell’Unione. Molte le note dolenti, a partire dal tasso d’istruzione terziaria, vale a dire laurea e altri corsi post-diploma. L’Italia qui ha il poco lusinghiero primato del dato più basso dell’Ue: solo il 25,3% dei giovani di età compresa tra i 30 e i 34 anni ha completato un percorso di studi universitario o analogo, contro il 38,7% della media Ue.
Ma il documento evidenzia anche altri problemi. Il sistema dell’istruzione superiore, si legge nella scheda specifica relativa all’Italia, “non riceve risorse adeguate” e deve confrontarsi anche con l’invecchiamento e la diminuzione degli insegnanti. Secondo i dati più recenti, quelli del 2014, la spesa pubblica nel settore in bè tornata a crescere (+1,1%) dopo tre anni consecutivi di calo. L’Italia invece è tra i dieci Paesi che hanno ridotto questa voce di bilancio.
Altri problemi riguardano poi l’esodo delle giovani generazioni, che in Italia non riescono a trovare lavoro. Quello dei cervelli in fuga, quindi, a differenza di quanto sostiene Matteo Renzi, non è “retorica”, ma un problema economico e sociale. Il tasso di occupazione tra chi ha ottenuto un titolo di studio da meno di tre anni è calato dal 54,1% registrato nel 2012 per le persone tra i 20 e i 34 anni al 48,5% del 2015. Nello stesso periodo, in Europa il dato è invece cresciuto dal 75,9% al 76,9%. Al di sopra della media Ue pure il tasso di abbandono scolastico, anche se in costante diminuzione: sono il 14,7% i giovani tra i 18 e i 24 anni che lasciano gli studi e la formazione, contro l’11% registrato a livello europeo.
In questo quadro ci sono però anche aspetti positivi. La riforma della scuola del 2015 e il sistema nazionale di valutazione degli istituti in fase di attuazione “potrebbero migliorare i risultati delle scuole“, si legge nel documento, che sottolinea anche “un’attenzione maggiore alla qualità dell’istruzione superiore” e un quadro per l’assegnazione dei finanziamenti pubblici alle università “nettamente migliorato“.
Cervelli in fuga
“In Italia sempre meno laureati e più giovani disoccupati costretti a emigrare”
Il rapporto diffuso dalla Commissione europea segna la distanza dell'Italia rispetto alla media Ue nell'ambito dell'istruzione. Quella superiore "non riceve risorse adeguate" mentre il tasso di abbandono scolastico è al di sopra della media dei 28 Paesi
L’Europa investe risorse nel sistema dell’istruzione superiore, l’Italia no. E nel nostro Paese il difficile ingresso nel mondo del lavoro spinge sempre più giovani ad emigrare. In più ci sono sempre meno laureati, più giovani che abbandonano gli studi e più disoccupati anche tra chi ha raggiunto i livelli di istruzione più alti. È questo il quadro dell’Italia che emerge dall’ultimo rapporto sull’istruzione diffuso dalla Commissione europea, dove si traccia in modo evidente la distanza con i risultati ottenuti dalla media degli altri Paesi dell’Unione. Molte le note dolenti, a partire dal tasso d’istruzione terziaria, vale a dire laurea e altri corsi post-diploma. L’Italia qui ha il poco lusinghiero primato del dato più basso dell’Ue: solo il 25,3% dei giovani di età compresa tra i 30 e i 34 anni ha completato un percorso di studi universitario o analogo, contro il 38,7% della media Ue.
Ma il documento evidenzia anche altri problemi. Il sistema dell’istruzione superiore, si legge nella scheda specifica relativa all’Italia, “non riceve risorse adeguate” e deve confrontarsi anche con l’invecchiamento e la diminuzione degli insegnanti. Secondo i dati più recenti, quelli del 2014, la spesa pubblica nel settore in bè tornata a crescere (+1,1%) dopo tre anni consecutivi di calo. L’Italia invece è tra i dieci Paesi che hanno ridotto questa voce di bilancio.
Altri problemi riguardano poi l’esodo delle giovani generazioni, che in Italia non riescono a trovare lavoro. Quello dei cervelli in fuga, quindi, a differenza di quanto sostiene Matteo Renzi, non è “retorica”, ma un problema economico e sociale. Il tasso di occupazione tra chi ha ottenuto un titolo di studio da meno di tre anni è calato dal 54,1% registrato nel 2012 per le persone tra i 20 e i 34 anni al 48,5% del 2015. Nello stesso periodo, in Europa il dato è invece cresciuto dal 75,9% al 76,9%. Al di sopra della media Ue pure il tasso di abbandono scolastico, anche se in costante diminuzione: sono il 14,7% i giovani tra i 18 e i 24 anni che lasciano gli studi e la formazione, contro l’11% registrato a livello europeo.
In questo quadro ci sono però anche aspetti positivi. La riforma della scuola del 2015 e il sistema nazionale di valutazione degli istituti in fase di attuazione “potrebbero migliorare i risultati delle scuole“, si legge nel documento, che sottolinea anche “un’attenzione maggiore alla qualità dell’istruzione superiore” e un quadro per l’assegnazione dei finanziamenti pubblici alle università “nettamente migliorato“.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.