L'idea del consigliere comunale Anita Pirovano punta a regalare alle coppie una serata di relax. I sindacati la bocciano per problemi di personale e costi. Gli altri esempi italiani: da Firenze alla Brianza fino alla Puglia, dove in alcuni paesi le strutture sono aperte di notte per permettere ai genitori di andare a lavorare nei campi
Un anno fa era già successo a Dicomano, nel Fiorentino. L’amministrazione comunale aveva deciso di aprire l’asilo nido dalle 20.30 alle 22.30, una volta al mese, per dare la possibilità a mamme e papà di poter andare al cinema o al ristorante per una cena a lume di candela. Per non parlare dell’asilo comunale aperto dalle 3 di notte, a Villa Castelli (Brindisi), per accogliere i figli dei braccianti. In questi giorni, invece, a Milano sta facendo molto discutere la proposta rilanciata da Anita Pirovano, consigliera comunale di Sinistra x Milano, di aprire i nidi comunali di sera, una volta al mese, per consentire ai genitori dei bambini dai 3 mesi ai 6 anni di ritrovare un pizzico di vita sociale. Nel frattempo, c’è chi non si è perso in chiacchiere: in Brianza la sperimentazione è già partita in 11 Comuni. La proposta ha suscitato reazioni contrastanti, mentre si continua a discutere della sua sostenibilità economica. E se da un lato, molte consigliere del Pd si sono schierate a favore, ricordando che a Milano ci sono genitori che non possono contare sull’appoggio dei nonni e, in generale, della famiglia, dall’altro secondo il responsabile per la Lombardia dell’Associazione genitori italiani Ivo Saiani non c’è, almeno dalle segnalazioni giunte all’Age una particolare esigenza. “Pur riconoscendo che possono esserci differenze tra le necessità dei genitori che vivono a Milano piuttosto che in altre aree della regione, credo che i bisogni dei genitori siano altri rispetto a una serata al mese di libertà. Questo, per lo meno, rispetto alle richieste che ci vengono inoltrate” spiega a ilfattoquotidiano.it.
LA PROPOSTA PER MILANO – Già a maggio, nel suo programma, Anita Pirovano aveva inserito questa proposta dal titolo ‘Se potessi avere un venerdì al mese’. E, come ha raccontato a Repubblica, aveva avuto “riscontri non certo positivi dal mondo della scuola”, mentre molti genitori le avevano mostrato il proprio sostegno. Alla base della battaglia la convinzione che a Milano “tanti genitori, anche single, non possono contare sui nonni” e che l’obiettivo debba essere “una città a misura di famiglia”. Tra le ragioni che hanno portato diversi sindacalisti ad attaccare l’iniziativa c’è invece quella legata a problemi di personale e di costi. La proposta fa discutere, sul web, anche i genitori, divisi tra chi volentieri usufruirebbe di una serata di libertà (con la consapevolezza che il proprio figlio si trova in un luogo sicuro) e chi storce il naso solo a pensarci. La proposta prevede l’apertura dei nidi dieci volte all’anno, per un costo di 15 euro a sera. Il consigliere Pirovano ha incassato l’appoggio delle colleghe del Pd Paola Bocci, Angelica Vasile, Diana De Marchi e Alice Arienta e il parere positivo di Anna Scavuzzo, vice sindaco e assessore all’Educazione, che però sottolinea alcuni aspetti da valutare, dai costi economici alla disponibilità delle educatrici. Nel frattempo in Brianza si passa all’azione.
LA SPERIMENTAZIONE IN BRIANZA – Da novembre, infatti, 11 scuole dell’infanzia tra le province di Monza-Brianza, Lecco e Bergamo apriranno le porte (sempre per i bambini dai 3 mesi ai sei anni) dalle 19.30 alle 22.30, per un venerdì al mese, con un costo di 15 euro. Sono circa 300 i bambini che frequentano gli asili, tutti gestiti dalla cooperativa sociale ‘Cometa’ nei comuni di Besana Brianza, Brivio, Cisano Bergamasco, Cornate d’Adda, Lomagna, Mandello Lario, Olginate, Lecco, Osnago, Renate e Sotto il Monte.
DICOMANO, VILLA CASTELLI E GLI ALTRI PRECEDENTI – La serata all’asilo nido di Dicomano costava dieci euro, comprensivi di cena. “Educatrici qualificate intratterranno i bambini con giochi e laboratori mentre i genitori potranno godere di due ore libere” scriveva il Comune. Come è finita? Anche quest’anno è attivo il servizio nido serale “Mamma stasera esco”, con un nuovo orario, dalle 19 alle 22.30. Il giorno è sempre il venerdì. Possono usufruirne i bambini iscritti al nido, i loro fratellini e tutti quelli che frequentano la scuola dell’infanzia. Sempre lo scorso anno un’altra iniziativa partì invece dal comune pugliese di Villa Castelli dove sono migliaia gli abitanti che lavorano in agricoltura tra maggio a settembre e per i quali la sveglia suona in piena notte. Così in quel periodo l’amministrazione ha deciso di aprire l’asilo dalle 3. Iniziativa bissata nella vicina Erchie. In entrambi i casi l’obiettivo è diverso rispetto alla proposta di Milano: l’iniziativa non è tanto tesa a regalare un po’ di relax ai genitori, quanto a permettere loro di andare a lavorare, garantendo comunque il rispetto dei ritmi biologici dei bambini. Ma lo strumento è lo stesso, tra l’altro adottato in altri Paesi. In Stati Uniti, Svezia e Giappone gli asili aperti h 24 sono una realtà da qualche anno proprio per sostenere i genitori che lavorano di notte. E se si fa un’incursione nelle strutture private, anche in diverse città italiane gli asili nido che prolungano l’orario fino a tarda sera o che aprono le porte ai bimbi per tutta la notte sono sempre di più: da Milano a Roma, da Torino a Taranto, fino a Roma. Ovviamente con costi diversi rispetto al servizio pubblico.