Le attese danno quasi per scontato che i repubblicani mantengano la maggioranza alla Camera. La vera battaglia invece è per l'alro ramo del Congresso: secondo gli ultimi sondaggi, i democratici hanno il 55% di chance di mantenerne il controllo ma la corsa è ancora aperta
La notte elettorale in cui gli americani sceglieranno il loro prossimo presidente deciderà anche gli equilibri e i rapporti che intercorreranno tra quest’ultimo e i due rami del Congresso. In palio non c’è solo la Casa Bianca. Gli americani al voto scelgono anche la nuova composizione di Camera e Senato, amici-nemici dell’inquilino della Casa Bianca. Le attese danno quasi per scontato che i repubblicani mantengano la maggioranza alla Camera. La vera battaglia invece è per il Senato: secondo gli ultimi sondaggi, i democratici hanno il 55% di chance di mantenerne il controllo ma la corsa è ancora aperta, con tutti e due i partiti che hanno incontrato non poche difficoltà a fare i conti con i ticket presidenziali Donald Trump-Mike Pence e Hillary Clinton-Tim Kaine.
Il Senato è cruciale perché sarà in grado di determinare la dinamica fra il Congresso e la Casa Bianca. Nel caso in cui Clinton vincesse, un senato a maggioranza democratica sarebbe un alleato determinante per bilanciare la Camera repubblicana, come si prevede che resti. Un Senato repubblicano, invece, renderebbe la vita difficile per una presidenza Clinton essendo in grado, con la complicità della Camera, di bloccare l’agenda legislativa presidenziale.
Nel caso di vittoria di Trump, un Senato democratico sarebbe l’ultimo bastione della resistenza democratica contro un presidente e una Camera a maggioranza repubblicana. Un Senato repubblicano con Trump presidente si tradurrebbe nel Gran Old Party in controllo del Congresso e della Casa Bianca.
Gli Stati che possono decidere il Senato sono il New Hampshire, il Missouri e il Nevada. Fra le corse più simboliche ci sono quelle di John McCain e di Marco Rubio, gli ex candidati alla Casa Bianca. Lo sfidante di Barack Obama alle presidenziali del 2008 difende in Arizona il suo sesto mandato in Senato: la sua è una battagli non facile dopo gli scontri con Trump, che lo scorso anno lo ha preso in giro. “E’ stato un eroe di guerrà perchè è stato catturato. A me piacciono coloro che non sono catturati” ha detto Trump. L’attenzione è alta anche per Rubio in Florida. Abbandonate le aspirazioni presidenziali, Rubio si augura di conquistare un secondo mandato contro il rivale democratico Patrick Murphy.
Ma l’America va al voto anche su temi che, come i candidati, spaccano l’opinione pubblica: dalla pena di morte alla marijuana. I referendum al voto sono vari per i diversi stati. In California oltre che per la legalizzazione della marijuana per uso ricreativo si vota anche per l’obbligo dell’uso del preservativo nell’industria del porno e su due diverse e opposte ‘proposition‘ sulla pena di morte. La prima che prevede la trasformazione della pena di morte nel carcere a vita. La seconda punta invece ad accorciare i tempi fra la condanna e l’esecuzione. In Maine, in Nevada e nello stato di Washington è al voto una proposta per imporre restrizioni all’acquisto di armi.