Scienza

Intelligenza artificiale, Schroepfer: “La prossima frontiera? Computer che impareranno a ragionare come umani”

Il Chief Technology Officer di Facebook: "L'intelligenza artificiale sta avendo grande impatto sulle nuove tecnologie che disegneranno le decadi future"

L’intelligenza artificiale come acceleratore di innovazione e nuove esperienze. L’obiettivo futuro è la creazione di computer che possono imparare, pianificare e ragionare come gli esseri umani. È questo il senso dell’intervento che Mike Schroepfer, Chief Technology Officer di Facebook, ha tenuto al Web Summit in corso a Lisbona. “L’intelligenza artificiale sta avendo grande impatto sulle nuove tecnologie che disegneranno le decadi future”, ha spiegato Schroepfer elencando una serie di applicazioni a partire dallo stesso social network: “Aiuta a individuare i contenuti che violano le nostre norme della comunità, traduce automaticamente i post, classifica le storie nel flusso di notizie per mostrare agli utenti quelle più rilevanti”.

Il manager ha poi spiegato che sul mobile si punta alle applicazioni del ‘deep learning’ che permette il controllo “basato sui gesti, riconoscimento delle espressioni facciali ed esecuzione di azioni connesse”. Secondo Schroepfer, l’intelligenza artificiale traina “l’innovazione nella realtà virtuale e nella connettività per il prossimo decennio” e cita alcuni esempi come la “tecnologia di stabilizzazione per i video a 360 gradi alimentata dalla visione artificiale”. Ma anche il lavoro del team di Applied Machine Learning sul riconoscimento vocale che “ci sta aiutando – spiega – nella creazione di avatar più realistici e di nuovi strumenti di interfaccia utente per la realtà virtuale”, come i comandi vocali. Riguardo la connettività, il manager di Facebook ha fatto riferimento ad Aquila, il drone solare che porta il web nei paesi poco sviluppati, e al sistema wireless a basso costo Terragraph.

“Negli ultimi anni – ha poi concluso Schroepfer – lo stato della ricerca sull’Intelligenza artificiale è avanzata molto rapidamente ma c’è ancora una lunga strada da percorrere prima che i computer possono imparare, piano, a ragionare come gli esseri umani. Questa è la prossima frontiera”