Aveva perso la moglie per un tumore, temeva per il futuro di suo figlio. Non ha retto il peso delle preoccupazioni Pietro Spina, che ha ucciso il figlio Andrea, disabile psichico di 22 anni, soffocandolo. Poi ha tentato il suicidio, prendendo dei farmaci e aprendo il gas. È successo a Vespolate, in provincia di Novara, nella serata di lunedì 7 ottobre. I primi a preoccuparsi sono stati alcuni parenti, che aspettavano i due per cena. Non avendo notizie, sono andati nell’appartamento, dove hanno sentito il forte odore di gas, prima di vedere l’uomo svenuto a terra e il figlio già morto. Spina, operaio di 52 anni, è ricoverato all’ospedale Maggiore di Novara in gravi condizioni, ma non è in pericolo.
Il ragazzo, affetto da autismo, durante la settimana era affidato a una struttura di assistenza della provincia. Tornava a casa dal padre per il fine settimana, che viveva da solo. La madre infatti è morta circa un anno e mezzo fa, a causa di un tumore. Secondo le prime informazioni raccolte dai carabinieri, Spina era malato di depressione e soffriva all’idea di lasciare da solo il figlio disabile, per il quale era rimasto l’unico riferimento. Ha così deciso di uccidere il suo ragazzo e di farla finita.
“A Vespolate ancora una volta la disperazione porta un padre a uccidere il figlio disabile grave pur di non lasciarlo solo quando non ci sarà più. Dopo la morte della mamma, il ragazzo era diventato ingestibile e il signor Spina è stato sopraffatto da dolore, dalla sofferenza e dalla paura di cosa ne sarebbe stato del figlio al momento della sua scomparsa”, ha dichiarato in una nota la deputata Pd Ileana Argetin. L’onorevole ha ringraziato il Parlamento e Renzi per aver approvato la legge sul “dopo di noi“, che tutela i genitori, garantendo ai figli disabili un futuro anche dopo la loro morte. “Però questi genitori devono essere lasciati meno soli dalle amministrazioni locali- ha ammonito Argetin – così come il governo deve sbrigarsi per approvare i decreti attuativi. La sottosegretaria Franca Biondelli ha dichiarato che entro novembre questi decreti verranno applicati: vi prego di non smentire questa notizia, anche un minuto in più può fare la differenza”. “Anch’io sono disabile – ha conclusa la deputata democratica – ho due genitori e so quanto per loro sia sconvolgente l’idea di lasciarmi in un mondo in cui il ‘dopo di loro’ è pieno di avversità, burocrazia, mancanza di servizi e incapacità di accoglienza“.