“Come cittadino sono preoccupato per cosa c’è nello statuto del Partito democratico, il quale è congegnato sulla elezione diretta del segretario che coincide con la carica del presidente del consiglio, proprio quello che prevede l’Italicum”. Così il professor Valerio Onida, ospite insieme al ministro Maria Elena Boschi a 8 e mezzo (La7), risponde alla domanda di Lilli Gruber, dopo le diatribe interne tra maggioranza e minoranza del PD durante la Leopolda: “In questa maniera si acquista un forte potere nella formazionedelle liste. C’è una forte personalizzazione e concentrazione del potere, ma non è alla porte un regime autocratico”. Il ministro Boschi puntualizza: “Non credo che abolire il CNEL o abolire le province metta a repentaglio la democrazia. Mi piacerebbe che queste preoccupazioni che ci sono sullo statuto del PD riguardassero altri partiti dove gli statuti non ci sono e dove non si sa chi decide le liste. Il fatto che nella legge elettorale si indichi il capo del partito era già nella legge elettorale precedente”. Immediata la replica del costituzionalista: “Quello era il capo della coalizione, qui diventa il capo della forza politica. Nella storia dei partiti c’è sempre stata una distinzione tra partito e governo in modo da mediare tra società e istituzioni”