Musica

Robbie Williams, la recensione del nuovo album Heavy Entertainment Show. E la data italiana dell’atteso tour

Robbie Williams è di nuovo tra noi, più spavaldo e sovraccarico che mai

di Michele Monina

Robbie Williams è tornato. Su tutti i fronti, il che, almeno per gli amanti del pop internazionale, non può che essere una ottima notizia. È tornato perché pubblica il suo primo album di inediti a distanza di quattro anni da Take the Crown, con il secondo intervallo swing di Swing Both Ways, ed è tornato perché ha annunciato il suo prossimo tour europeo.

Robbie Williams è di nuovo tra noi, più spavaldo e sovraccarico che mai. Perché una cosa il lancio del singolo parasovietico Party Like a Russian ce l’aveva già fatta capire bene, se l’ex Take That (togliamoci subito questa tassa del dover citare la boy band da cui quella che oggi è una delle massime popstar maschili al mondo arrivava) è sempre stato qualcosa di simile a quel che un John Barth è stato per il massimalismo letterario, questo nuovo lavoro Heavy Entertainment Show, titolo quantomai emblematico, è la sua esplosione. Avete presente quei film fantascientifici e fumettosi in cui il cattivo di turno, proprio quando sembra che l’eroe positivo sta per finirlo di colpo diventa gigantesco, enorme, debordante? Ecco, la musica di Robbie Williams oggi è quella roba lì, solo che non è affatto mostruosa. Anzi, è decisamente pop e divertente.

Perché se il pop è ovviamente la base su cui il nostro si muove, stavolta Robbie ancora più che in precedenza gioca la carta del mischiare le carte, tirando in ballo sonorità e nomi che, se uno avesse ipotizzato queste collaborazioni a freddo, con buone probabilità gli sarebbe stato imposto un TSO. Chiaro, c’è il solito Guy Chambers, e questa è sempre una notizia consolatoria, perché i due insieme hanno fatto davvero del gran bene alla musica leggera, ma chi avrebbe mai ipotizzato un duetto con John Grant, sulla strepitosa I Don’t Want To Hurt You? Brano, ca va sans dire, scritto da Grant e in tutto e per tutto un excursus in un mondo epico e grantiano. Chi avrebbe pensato che la voce del nostro e quella di Rufus Wainwright si sarebbero fuse così bene insieme? Così accade in Hotel Crazy, miele per le nostre bocche. Notevoli sono pure la killersiana Mixed Signals, scritta da Bandon Flowers, leader dei Killers, e ipotetica outtake di un loro qualsiasi lavoro, e Pretty Woman di Ed Sheeran, tipicamente elettroacustica come le canzoni che il rosso ha diffuso come un virus mortale per il mondo. Insomma, tanta tanta musica varia. E su tutto il suo modo sbruffone di interpretare il tutto, da popstar totale quale Robbie Williams è e sa di essere. Suoni carichi, orchestrali, a fianco di suoni contemporanei, moderni come solo un perfetto disco pop deve essere. Quindi, si parte tronfi e classicheggianti con il brano eponimo, si prosegue col primo singolo, poi si prosegue in bilico tra il pop, il rock (brani come Motherfucker e Bruce Lee ne sono splendidi esempi) e anche un po’ dance, come per Sensitive. Insomma, un ritorno coi fiocchi.

A fronte di questa uscita, arriva anche la notizia di un tour europeo che prenderà il via il prossimo 2 giugno da Manchester e che toccherà mezza Europa. In Italia il nostro si esibirà allo stadio Bentegodi di Verona il 14 luglio in quello che si candida a essere sin da ora uno degli eventi live più interessanti della prossima stagione concertisca. Domani sera Robbie Williams, da poco passato in casa Sony, si esibirà alla terza puntata Live di X Factor Italia. Ci sarà sicuramente da divertirsi, come sempre quando c’è di mezzo questo personaggio così vitale e spaccone.

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