Denis Verdini sfrutta le divisioni post-Leopolda per completare l’abbraccio con Matteo Renzi: “Avete visto cos’è successo alla Leopolda? Il Pd ormai è finito, tra Renzi e la minoranza le strade si dividono. E per il centro che vogliamo costruire si aprono praterie in una coalizione con il Pd”. Il leader di Ala fissa i suoi obiettivi in un’intervista a La Stampa, dove si dice “convinto che il Sì alla fine vincerà. Gli italiani capiranno la portata di questa riforma”. Verdini passa dal referendum all’Italicum, convinto che la legge elettorale cambierà in ogni caso: “Le modifiche sono praticamente cosa fatta: via il ballottaggio e premio alla coalizione che supera una certa soglia”. L’Italicum, prosegue Verdini, “cambia perché sta cambiando lo scenario politico. Il Pd si sta spaccando. E per Renzi – sottolinea – è necessario mettere in piedi una coalizione con una forza di centro. Noi lavoriamo per questo. Ci sono praterie per una forza moderata alleata col Pd”.
Il leader di Ala non risparmia altre stoccate alla minoranza democratica, per la quale non vede un futuro insieme a Renzi: “In ogni caso, anche se vincesse il No, non me li immagino correre alle prossime elezioni insieme a Renzi. Finiranno come Fassina, D’Attorre e Civati, ai margini della vita politica. Perché la gente che ce l’ha con Renzi vota i grillini, mica loro. Per Bersani non ci sono spazi da riempire”. E sull’accordo interno ai democratici che prevede una bozza di modifiche all’Italicum Verdini sentenzia: “Non conta niente. Il Pd da solo non ha i numeri al Senato per cambiare l’Italicum e dunque Renzi deve trattare con noi e con Alfano“.