Dai verdiniani di Ala a Forza Italia, da Ncd ai fittiani, 27 parlamentari hanno firmato il testo di Ciro Falanga (Ala) che chiede la riforma del codice di procedura penale in modo che la custodia in carcere sia esclusa per il finanziamento illecito ai partiti e i reati non violenti, inclusi quindi tangenti, autoriciclaggio, truffe e reati economici. Il promotore: "Iniziativa mia personale, no a interpretazioni becere"
Niente custodia cautelare per i colletti bianchi. L’intero centrodestra, anche quello confluito nella maggioranza che sostiene Matteo Renzi, si ricompatta su un ddl che esclude il carcere per il finanziamento illecito dei partiti e per quei reati, anche gravi, per i quali non si è ricorso all’uso di armi o violenza. Inclusi dunque corruzione, autoriciclaggio, truffe aggravate e reati economici. Il ddl, presentato oggi al Senato da Ciro Falanga (Ala), è firmato da altri 27 parlamentari di Fi, Cor (i Conservatori riformisti fittiani), Ap-Ncd e Ala (il partito di Denis Verdini), riscrive l’ultima parte della norma sulla custodia cautelare (articolo 274, primo comma, lettera C del Codice di procedura penale).
L’attuale comma che sarebbe modificato dal ddl in caso di approvazione sancisce fra l’altro: “Se il pericolo (di reiterazione, ndr) riguarda la commissione di delitti della stessa specie di quello per cui si procede, le misure di custodia cautelare sono disposte soltanto se trattasi di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni ovvero, in caso di custodia cautelare in carcere, di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni nonché per il delitto di finanziamento illecito dei partiti”.
Il testo non è ancora disponibile, intanto Falanga precisa che “nasce esclusivamente dalla mia sensibilità giuridica da un lato e da quella umana dall’altra. Dietro questa mia iniziativa legislativa non vi è alcuna linea di partito”. E aggiunge: “Attribuire a questa proposta un’interpretazione diversa è tanto grave quanto becero. Ricordo che ben il 50% dei detenuti in attesa di giudizio viene poi riconosciuto innocente. Su questa problematica e su quella del sovraffollamento carcerario in generale è intervenuto addirittura l’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, attraverso l’unico messaggio alle Camere che ha inviato durante i nove anni trascorsi al Quirinale”.