L'azienda californiana dal prossimo anno toglierà l’uso gratuito dei Supercharger ai suoi nuovi acquirenti. Quelli vecchi invece potranno continuare a usufruirne a vita senza pagare. Proprio mentre il governo USA ha pronto il piano per aggiornare 48 autostrade nazionali con colonnine ogni 80 chilometri
Sin dalla fondazione nel 2012, Tesla ha sempre offerto ai propri clienti (incluso nell’acquisto dell’automobile) l’accesso gratuito alle colonnine di ricarica rapida della sua rete internazionale. Impianti capaci di regalare 320-480 km di autonomia supplementare in circa 30 minuti di sosta, se non eguagliando almeno avvicinando i tempi del normale stop necessario per un caffè ed il pieno tradizionale.
Ma le cose cambiano, e col successo dell’azienda, sulla scia del forte sviluppo della propulsione elettrica, si è deciso di tagliare questo benefit: dal 2017, insomma, la ricarica si pagherà. Quanto? Tesla non lo dichiara, limitandosi ad affermare che si tratterà di somme in ogni caso inferiori a quanto si spenderebbe per acquistare carburante convenzionale.
Certo, resta la differenza rilevante tra clienti avuti finora e quelli che verranno: per i primi, infatti, le ricariche gratis valgono a vita, mentre dal prossimo gennaio si avrà in dotazione con l’auto solamente crediti per 400 kWh (circa 1600 km di autonomia), pagando a parte le ricariche ulteriori. Sono esclusi dalla gratuità dell’accesso alle colonnine, tra l’altro, anche tutti i 373 mila preordini della Tesla Model 3, poiché il deposito di mille dollari non vale come ordine vero e proprio del veicolo.
Il costruttore californiano ritiene di investire il futuro reddito derivante dal pagamento della ricarica per potenziare la rete, costituita attualmente da 734 stazioni in tutto il mondo che forniscono 4605 postazioni singole di approvvigionamento elettrico, includendovi anche l’impiego di pannelli solari e relative batterie di immagazzinamento per ridurre i costi complessivi così come previsto dallo stesso Elon Musk.
Ma si tratta solo di uno “sgarbo” ai nuovi clienti? Chissà. Sta di fatto che già in una lettera aperta ai propri clienti, nell’agosto 2015, la stessa Tesla rimproverava l’utilizzo eccessivo e non necessario dei “Supercharger” – tutt’altro che rare lunghe code di Model S e X in attesa della postazione libera – in luogo di procedere con la ricarica notturna presso la propria abitazione (evidentemente a pagamento, ndr). Passare dunque a chiedere un piccolo contributo economico per la ricarica anche nei luoghi pubblici, viene vista dall’azienda come un modo per incoraggiare le persone a prendere solo ciò di cui hanno effettivamente bisogno.
È pure vero che, per la stessa azienda californiana, è ormai superata la necessità di dover offrire la ricarica gratuita pur di convincere i clienti all’acquisto. Non solo per il successo crescente della marca, ma anche sulla scia degli importanti investimenti sulla propulsione elettrica che ormai vedono impegnate tutte le principali Case. Come pure la stessa amministrazione USA, che ha già annunciato un piano per aggiornare 48 autostrade nazionali ad elevato traffico con colonnine di ricarica poste ogni 80 km circa, in modo da garantire il superamento dell’effetto panico dei neo-conducenti di auto elettriche, derivante dalla paura di restare fermi in strada a zero carica. Proprio come quando ci si trova con il telefonino scarico senza prese di corrente nei paraggi…