di Mirko Annunziata

Alla fine l’impensabile è accaduto. Donald Trump, fino a due anni fa noto per apparizioni estemporanee in qualità di wrestler o come macchietta televisiva e fonte di meme su internet nel reality “The Apprentice”, ha vinto le elezioni presidenziali e da gennaio dell’anno prossimo sarà per quattro anni l’uomo più potente sulla Terra.

L’evento è stato salutato da incoraggianti avvenimenti quali il crollo del Pesos messicano e una corsa delle borse nell’acquisto di oro, il bene rifugio per eccellenza in vista di scenari economici tetri. In Europa si grida già al panico e gli Stati Uniti si scoprono un paese spaccato a metà su diverse direttrici, da quella etnica (bianchi vs people of color) a quella urbana e culturale (grandi metropoli multiculturali vs periferia e aree rurali).

Alla vigilia delle elezioni pochi avrebbero scommesso sulla vittoria del Tycoon, anche tra i suoi stessi sostenitori. Di fronte a sondaggi come quello commissionato dal New York Times che dava a Hillary Clinton l’85% di probabilità di successo il clima era ormai preparato alla consacrazione della prima donna Presidente degli Stati Uniti. Soltanto Michael Moore (e l’Intelligenza artificiale) hanno saputo prevedere che Trump avrebbe potuto vincere grazie alle contraddizioni e alle paure che pervadono la società americana.

Cerchiamo dunque, a caldo, di analizzare alcune possibili ragioni che hanno portato alla vittoria di Trump.

1. La trappola populista continua a mietere vittime

E dire che sono anni che aleggia nell’Occidente democratico come un morbo dormiente in attesa di esplodere alle prime avvisaglie di crisi. Attribuire ai sostenitori di un demagogo caratteristiche intrinseche d’inferiorità (ignoranza, odio, webete) non fa altro che rafforzare la posizione del demagogo stesso, ampliandone il consenso. Noi in Italia lo sappiamo bene. Il solo antidoto efficace per debellarlo sono i contenuti e Clinton, nel tentativo di accontentare tutti, non è riuscita a dare un’idea chiara di quello che voleva fare; come Trump certo, soltanto che lui da bravo demagogo poteva permetterselo mentre lei, che si è presentata con la forza della sua competenza in politica, no.

Donald Trump vince, l’era dei testimonial è finita

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