GENIUS di Michael Grandage, con Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman. Durata: 104’ (USA/GB 2016) Voto 3/5 (AMP)
“L’uomo che ha letto per primo Hemingway e Fitzgerald e ha detto sì!” si chiamava Max Perkins ed era considerato il miglior editor letterario in circolazione. Il clima in cui operava, ovviamente, era la New York sul finire degli anni Venti, terreno fertile e vivace ma assolutamente eccentrico e dunque fuorviante rispetto ai veri o falsi talenti. A distinguerli riusciva appunto quello di Perkins, gentleman e lavoratore instancabile, in grado di trascorrere giornate e nottate nella lettura di un dattiloscritto di cui catturava l’essenza. È alla sua porta che un giorno bussa il giovane scrittore Thomas Wolfe, uomo problematico ma di autentica vis narrativa. I due soggetti non potrebbero essere più distanti, eppure qualcosa li unisce in un’amicizia di vera complicità che resterà irripetibile nella storia della letteratura contemporanea americana.
Ispirato al libro Genius. Max Perkins, editor dei geni di Andrew S. Berg, il biopic del britannico “teatrale” Michael Grandage estrae dal testo il rapporto fra Perkins e Wolfe e, facendolo centrale al film, lo restituisce con buona tensione drammaturgica seppur con un linguaggio cinematografico classico al genere. Ad emergere naturalmente sono le performance degli interpreti, anch’essi riportati on stage seppur davanti a una macchina da presa. Non resta estraneo l’ambiente fecondo della vicenda, specchio di un post Prima guerra mondiale ma pre Depressione. Da aggiungere infine l’originalità in un testo cinematografico di un protagonista che rivesta la professione solitamente marginale del curatore editoriale letterario e non del consueto scrittore. Il Genius, finalmente, è bipartisan.