Il legale, ambientalista noto anche per essere stato sindaco di Agrigento "per una notte" nel 1993, secondo quanto riportano le agenzie di stampa, è stato sorpreso mentre chiedeva a una sua collega 50mila euro promettendo in cambio che non avrebbe alzato clamore mediatico su una vicenda giudiziaria in cui l'avvocateesa è imputata di irregolarità nei confronti di alcuni clienti, poi assistiti da Arnone stesso
Nel suo curriculum ci sono battaglie giudiziarie condotte a colpi di esposti e denunce, ma oggi la squadra Mobile di Agrigento ha arrestato l’avvocato Giuseppe Arnone con l’accusa di estorsione. Il legale, ambientalista noto anche per essere stato sindaco di Agrigento “per una notte” nel 1993, secondo quanto riportano le agenzie di stampa, è stato sorpreso mentre chiedeva a una sua collega, l’avvocato Francesca Picone, 50mila euro promettendo in cambio che non avrebbe alzato clamore mediatico su una vicenda giudiziaria in cui la collega è imputata di irregolarità nei confronti di alcuni clienti, poi assistiti da Arnone. L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Gli investigatori della polizia sono intervenuti al momento del pagamento della prima delle due rate della somma pretesa da Arnone e hanno sequestrato all’indagato due assegni del valore complessivo di 14mila euro che la Picone aveva emesso a suo favore. A coordinare l’inchiesta i pm Cinque e Macaluso che chiederanno al gip di Agrigento la convalida dell’arresto.
Giuseppe Arnone, per anni esponente di punta degli ambientalisti agrigentini, era stato candidato a sindaco di Agrigento per la prima volta nel giugno del ’93 perdendo al ballottaggio con Calogero Sodano, da lui più volte denunciato per abusivismo. Successivamente si era candidato anche con il Pd, entrando tuttavia in rotta di collisione con i vertici del suo stesso partito. Personaggio estroso, Arnone ha presentato numerosi esposti anche nei confronti dei vertici giudiziari di Agrigento diventando protagonista di campagne di stampa e clamorose manifestazioni di protesta con tanto di maxi poster raffiguranti i suoi avversari. Ultimamente aveva preso le difese di alcuni proprietari di immobili abusivi nella Valle dei templi, cercando di opporsi fisicamente agli ordini di demolizione.
“Mi stupisco fortemente perché l’indagato sin dal primo minuto che è chiamato in Questura e ha questa qualità ha il diritto di avere un difensore. Abbiamo prodotto una serie di documenti ed è in corso la verbalizzazione dell’acquisizione dei documenti che, a mio modo di vedere, dimostrano l’estraneità dell’avvocato Arnone in questa squallida vicenda” dice l’avvocato Arnaldo Faro, all’uscita dalla Questura. “Non mi risulta che ci siano accordi di 50 mila euro – ha aggiunto -. Ci sono una serie di mail. Se ci sono assegni ancora non lo so. È una vicenda inquietante. Molto inquietante”
(Foto da Facebook)