Il premier Matteo Renzi sbarra la strada all’emendamento alla legge di Bilancio, approvato dalla commissione Finanze della Camera, che prevede una stretta anti evasione sui ricavi dagli affitti brevi compresi quelli intermediati da piattaforme come Airbnb. “Nessuna nuova tassa in legge di Bilancio, nessuna. Nemmeno Airbnb. Finché sono premier io, le tasse si abbassano e non si alzano #avanti“, ha scritto su Twitter sabato il presidente del Consiglio. A stretto giro è arrivata la risposta di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera: “Voglio rassicurare il presidente del consiglio e segretario del mio partito, Renzi: Airbnb continuerà a non pagare le tasse nel nostro paese nonostante l’incredibile business che fa qui da noi, esattamente come ha sempre fatto fino ad oggi”, ha commentato.

“Gli emendamenti ribattezzati ‘Airbnb’ non riguardano in realtà la multinazionale americana, che continua indisturbata ad evadere il fisco, bensì consentono ai proprietari di casa di poter utilizzare la cedolare secca anche per affitti di breve periodo i cui introiti sono, solitamente, a nero. La proposta arriva da più gruppi parlamentari, a partire dal Pd, e ne riparleremo nei prossimi giorni in commissione Bilancio”.

In base alla proposta di modifica presentata dalla deputata Pd Silvia Fregolent, i siti che mettono in contatto proprietari e affittuari dovrebbero solo fare da sostituto di imposta riscuotendo una cedolare secca al 21% sulla transazione. L’aliquota, peraltro, si applicherebbe a tutte le locazioni di breve periodo compresi i b&b e gli affittacamere, con l’esclusione degli alberghi veri e propri. Non si tratta, quindi, di una “tassa su Airbnb”. A meno che il riferimento di Renzi non sia al fatto che l’emendamento dispone, sempre per contrastare l’evasione, anche la responsabilità in solido sul pagamento delle tasse da parte del privato e dell’intermediario. Prevista anche l’istituzione di un apposito registro presso l’Agenzia delle Entrate in cui saranno trascritte le generalità di chi affitta l’abitazione.

I deputati M5S della Commissione Finanze hanno commentato dicendo che “il Pd si accorge solo ora di un problema di emersione del nero nel settore dei soggiorni brevi, ma come al solito sbaglia ricetta nei confronti dei proprietari di alloggi e delle piattaforme online come AirBnb”. “Da tempo”, spiega in particolare il portavoce M5S Daniele Pesco “abbiamo presentato una risoluzione e una proposta di legge, trasformata anche in emendamento alla legge di Bilancio, che contempera l’esigenza di evitare forme di concorrenza sleale nei confronti della ricettività tradizionale con l’obiettivo di far emergere i redditi da locazioni brevi, attraverso una tassazione agevolata e senza quindi soffocare queste forme di sharing economy”. “In pratica abbattiamo l’aliquota del 21% al 10% se si paga entro 60 giorni, diamo la possibilità alla piattaforma di fare sostituto di imposta e, senza imporre fantomatici registri, chiediamo che il ministero dell’Interno trasferisca i dati sugli alloggi all’Agenzia delle entrate, in modo da favorire uno scambio informativo che prende vita grazie alla leale collaborazione dei cittadini”.

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