Studiare e fare la mamma o il papà sarà più facile all’Università di Cagliari grazie alla “Tessera Baby” che permetterà alle studentesse in attesa, a quelle che hanno appena partorito o ai neopadri di accedere, in ateneo, ad una stanza dedicata con tanto di fasciatoio, poltrona relax e arredi per bambini. Chi ha figli neonati o fino a dieci anni avrà anche agevolazioni nella scelta dell’orario per sostenere gli esami; avrà accesso gratuito ai corsi on-line dell’Università; potrà godere della priorità presso tutti gli uffici dell’ateneo e avrà un parcheggio riservato.
Cagliari prova così a diventare il primo ateneo a misura di genitore. Una novità in Italia voluta dalla rettrice Maria Del Zompo che ora vorrebbe entro un anno e mezzo aprire un nido tra le aule dell’Università. Le prime “stanze rosa” sono state inaugurate nei giorni scorsi e si trovano a Sa Duchessa, nel Polo di viale Sant’Ignazio, nella Cittadella universitaria di Monserrato e alla Clinica Aresu. All’interno si trovano giochi per i bambini e tutto ciò che serve ad una studentessa mamma per allattare il proprio bambino, per cambiarlo o anche solo per restare con lui mentre studia o mentre si incontra con altre colleghe per preparare la tesi o altro. Presto le “stanze rosa” avranno anche una sorta di baby parking con tanto di personale specializzato.
La filosofia di fondo è quella di non costringere gli studenti e le studentesse a sacrificare o a rinunciare a laurearsi per l’arrivo di un figlio. Un approccio rispettoso dei valori della maternità e capace di dare una risposta ai problemi che sorgono quando nasce un bambino e si è in età da studio. L’Università di Cagliari è partita dalla semplificazione delle pratiche burocratiche: chi è incinta o chi ha per mano un bimbo non dovrà più trascorrere ore in fila in attesa di parlare con un operatore ma avrà la priorità, così come sarà agevolato nell’incontro con i docenti per sostenere gli esami.
I vantaggi saranno per tutti gli studenti con la “Tessera Baby” che si può fare entrando nell’area personale dei servizi online e compilando un questionario che permette all’ateneo di comprendere le esigenze di chi formula la richiesta. Ad essere soddisfatta del risultato raggiunto è soprattutto la rettrice Del Zompo che vorrebbe allargare il progetto. L’idea è di utilizzare anche i tirocinanti e i laureati in scienze pedagogiche che offriranno la propria esperienza professionale in modo da permettere agli altri studenti di lasciare i figli e seguire una lezione o sostenere un colloquio con un professore. Un sistema decisamente Nord Europeo che ha trovato il plauso degli addetti ai lavori e soprattutto di chi oggi si sente costretto ad abbandonare gli studi per seguire un figlio